ALA . All’allevatore Matteo Zomer era già accaduto che i lupi predassero il suo gregge. Era successo altre volte, negli anni passati, in val di Ronchi e comunque ad altitudini superiori ai 1.500 metri. Non si aspettava certo che un branco attaccasse le sue pecore custodite in un recinto elettrificato a Marani, a poche decine di metri dalle case. Ma ieri mattina si è dovuto arrendere all’evidenza: attorno alle 6.30, stando ai racconti dei vicini che hanno sentito rumori provenire dal recinto (ma non potevano vedere nulla, perché a quell’ora è ancora buio pesto), i lupi hanno girato attorno al recinto, alto poco meno di un metro e mezzo, spaventando le pecore che hanno iniziato ad ammassarsi su un lato. Le prime hanno preso una scossa elettrica, ma tutte le altre hanno spinto, terrorizzate, fino ad abbattere il reticolato uscendo nel prato. È qui che i lupi ne hanno uccise tre, sbranandole solo in parte prima di fuggire. Un agnello appena nato è stato poi abbattuto dal veterinario, poiché era stato schiacciato dalle altre pecore e non aveva possibilità di sopravvivere. Zomer ha chiamato i forestali, che hanno confermato l’ipotesi della predazione da lupo, e le carcasse degli animali morti sono state avviate come da prassi all’incenerimento. Ma al di là del danno per l’allevatore, i lupi si sono spinti a meno di 50 metri dalle abitazioni «A quell’ora non c’era nessuno in giro, perché essendo sabato le scuole sono chiuse e molti non lavorano - spiega Zomer - ma è solo un caso. Il recinto è quello fornito dalla Provincia, ma a quanto pare non è bastato. C’è molta preoccupazione ora qui a Marani, perché fino ad ora i lupi non si erano mai spinti così in basso nel fondovalle». È pur vero che le statistiche non registrano aggressioni del lupo all’uomo da almeno 150 anni, ma nessuno vorrebbe mai trovarsi da solo di fronte a un branco.

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