Gli anziani ponte tra generazioni 

A Folgaria il raduno dei 116 Circoli provinciali. Un dato: nel 2030 ci saranno 2 “nonni” per ogni giovane


di Walter Marzari


FOLGARIA. Sono circa 650 i “diversamenti giovani” che si sono dati appuntamento al Palaghiaccio di Folgaria per il tredicesimo raduno provinciale. Stimolante il tema del convegno: «Il circolo centro di mediazione tra le generazioni». Un programma politico elogiato da tutti gli intervenuti, ambizioso e particolarmente attuale in una società che cambia rapidamente, dove il dato demografico pone con forza il ruolo dell'anziano in rapporto con le altre fasce sociali. Dopo il convegno un lauto pranzo in formato catering al quale partecipano 550 commensali. Il pomeriggio si vuole conoscere l'Alpe Cimbra, con visita a Base Tuono e Forte Belvedere.

L'assessore Molteni ha portato i saluti dell'amministrazione comunale, sottolineando il ruolo sempre più importante delle associazioni di anziani. Alessandro Marchesi in rappresentanza dell'Apt cimbra, della quale è presidente, ha portato il saluto degli operatori invitando i presenti a visitare l'altopiano durante tutto l'anno. Davide Palmerini , presidente di Casa Laner, ha evidenziato come il tema del convegno faccia parte integrante dell'attività della casa di riposo che con la gestione della casa dei nonni offre opportunità di incontro con giovani e meno giovani. Il presidente del locale Circolo anziani, Ivano Cuel sente l'esigenza di aprirsi alla società in senso lato, coinvolgendo soprattutto i giovani. Olivi, vicepresidente della Provincia individua il ruolo dei circoli anziani come luoghi dove si accoglie aiutando a superare lo stato di solitudine in cui spesso si trovano le persone anziane. I circoli sono un sano antidoto a tutto ciò come spazi dove è possibile praticare saggezza ed esperienza. Ma il coordinamento provinciale, a proposito di coinvolgimento delle giovane generazioni, presenta il risultato di una fattiva collaborazione con il quarto anno dell'istituto Buonarrotti dal quale è nato il sito dei circoli. Lo presenta Aurelio uno dei venti ragazzi che hanno prestato la loro opera: «l'esperienza ci ha lasciato un'opinione positiva»; sulla stessa lunghezza d'onda si esprime il docente Torrisi, coordinatore del progetto. Tullio Cova, presidente del Coordinamento provinciale li premia con una pergamena ricordo. Esarmo Righini, Presidente ANCeSCAO, organismo nazionale al quale sono iscritti i cordinamenti provinciali: «Dobbiamo tenere il cooordinamento trentino in alta considerazione poiché ha dimostrato di essere uno che più di altri sa aprirsi alla società. Sono stupito per ciò che siete riusciti a fare con il coinvolgimento del 20 studenti, significa rendersi conto dei mutamenti della società». Snocciola alcuni dati nazionali: nel 2030 gli ultra sessantaquattrenni saranno il 25% della popolazione, nel 2045 il 31%. Nel 2030 vi saranno 200 anziani ogni 100 giovani. Se manca il volontariato non si fa nulla. Invita il gruppo dirigente trentino a essere più presente in campo nazionale perché «voi siete più avanti». Se non esiste il tessuto sociale non esiste lo stato. Il governatore Ugo Rossi definisce preziosa la attività del volontariato diversamente giovane. «I figli e i genitori , anche senza accorgersi, spesso non si parlano, e allora la comunicazione avviene attraverso i nonni». Paragona l'età degli ultrasessantacinquenni a quelli della nostra autonomia che ne compie 70. Una cosa c'è in comune con essa, i valori, quelli di darsi da fare senza aspettare altri. Conclude augurandosi di saper interpretare i ragazzi del Buonarrotti. Propone due strade: 1) collegare il servizio civile a quello delle associazioni, 2) coinvolgere la consulta degli studenti. Segue il saluto della pastorale degli anziani per bocca di don Magnini. Scroscianti applausi accolgono la relazione del presidente provinciale degli anziani, Tullio Cova, a dimostrazione di quanto sia amato dagli iscritti ai circoli, che sono saliti a 116. Evidenzia come sia difficile attivare un dialogo stabile fra generazioni, ma l'attenzione del volontariato è proprio quello che si propone. Invita a continuare ciò che si è iniziato ovvero «sviluppare l'attenzione dell'associazionismo, delle istituzione politiche e di chi si occupa di processi di invecchiamento ad avere sempre presente il tema del rapporto fra generazioni. Trasformiamo i circoli in un gioioso e propositivo centro di occasionali incontri tematici con la festosa presenza di tutte le fasce anagrafiche». Insomma gli anziani hanno ben presente le problematiche che informano una società che evolve in modo rapidissimo e si stanno attrezzando per affrontarla nel miglio5re dei modi. Ha chiuso la mattinata una dotta relazione sociologica tenuta da don Gino Tomasi.

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