Fusioni: i giovani delusi da chi teme il referendum

Destra adige. È più delusione che un appello: 30 giovani dei comuni di Nogaredo, Pomarolo e Villa denunciano la miopia che ha fatto naufragare la fusione tra comuni. E chiedono più rispetto come...



Destra adige. È più delusione che un appello: 30 giovani dei comuni di Nogaredo, Pomarolo e Villa denunciano la miopia che ha fatto naufragare la fusione tra comuni. E chiedono più rispetto come cittadini: negare il referendum è una scelta che non può che allontanare dalla politica.

«Noi giovani cittadini dei tre comuni di Nogaredo, Pomarolo e Villa Lagarina - scrivono - da sempre lavoriamo e viviamo fianco a fianco, costruendo reti e attività senza divisioni di alcun tipo. A partire dalle scuole medie siamo cresciuti insieme, condividendo la quotidianità e diventando amici. L’unica diversità che prima ci aveva tenuti separati era la distanza, che seppur ridotta non ci aveva permesso di conoscerci alle elementari. In questi giorni abbiamo tristemente appreso che il progetto di fusione dei comuni tra Nogaredo, Pomarolo e Villa Lagarina, in cantiere ormai da molti anni, sembra fallito. Questa decisione puramente politica non solo ferisce il nostro sentirci parte di un solo soggetto politico, ma ci fa porre delle domande sulla sensatezza di bloccare un percorso che porta a referendum, decidendo come il nostro futuro debba essere senza prendere in considerazione la nostra posizione. Le politiche giovanili dei cinque comuni della Destra Adige (da Isera a Nomi) sono da anni riunite in un unico Tavolo, che invita istituzioni e realtà a dialogare e collaborare per costruire un unico Piano Giovani. Le progettualità sono sempre state pensate per unire i ragazzi delle differenti zone, i criteri di valutazione premiano le collaborazioni e l'intercomunalità. La forza di questo Tavolo, che negli anni si è distinto per la qualità del lavoro svolto, è stata proprio l'unione delle forze, delle idee e delle risorse. Il percorso di avvicinamento tra le comunità è stato vincente anche tra le parrocchie, che da ormai lungo tempo si sono unite facendo sì che i ragazzi dei gruppi giovani si ritrovino senza distinzione di provenienza. Il fatto che ora, dopo anni di sforzi per unire le comunità e fornire servizi migliori, ci sia qualcuno che decide di negarci la possibilità di scegliere come debba essere il futuro, ci sembra un paradossale atto di codardia, guidato dal mero motivo di garantire quei privilegi ormai datati che sino ad ora hanno retto i paesi e che per nulla ci appartengono. Noi giovani crediamo che precludere ad una comunità il diritto di esprimersi su come essa voglia essere sia semplicemente ingiusto. Non sappiamo se questo sia davvero il capolinea per la fusione dei comuni, ma ci auguriamo che tutti si rendano conto del reale stato delle cose: per noi giovani l'unione delle comunità esiste da sempre, la sua mancanza è per noi unicamente causa di problemi, e speriamo che nel più breve tempo possibile possa divenire effettiva anche a livello istituzionale. Spesso ci si lamenta della distanza tra giovani e politica. Al contrario noi speriamo che queste parole siano un esempio di quanto i giovani siano presenti, cerchino spazi per esprimere i propri bisogni e contribuire al benessere della comunità, ma trovino troppo spesso una porta sbattuta in faccia se le istanze non sono di gradimento a chi rappresenta interessi di un’altra generazione. Istanze che, in questo caso, siamo sicuri non coinvolgere unicamente i nostri coetanei, bensì larga parte dei concittadini».













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