Finonchio, la Sat “licenzia” i gestori 

La società ha dato la disdetta a Giovannini. Che resiste: «Non ci sarà nessuna consegna di chiavi, porto tutto in tribunale»


di Michele Stinghen


ROVERETO. La Sat dà la disdetta ai gestori del rifugio Finonchio e questi ultimi si oppongono: «Consegnerò le chiavi solo dopo un arbitrato in tribunale». L’esito, per i frequentatori della montagna, sarà che difficilmente quest’estate troveranno il rifugio aperto, se le due parti non troveranno presto un accordo. Per ora non si vedono tanti spiragli. La Sat centrale ieri ha comunicato abbastanza lapidariamente che “su indicazione della Sat di Rovereto, è stata data la disdetta ai gestori del rifugio. A causa di insanabili contrasti che in questi mesi hanno caratterizzato il rapporto con i rifugisti, la gestione della struttura da parte degli attuali conduttori si interromperà alla fine del mese di aprile. Per mercoledì 2 maggio è prevista la consegna delle chiavi da parte dei gestori”, comunica la Sat. Ma quali sarebbero questi “insanabili contrasti”? Ne chiediamo conto a Bruno Lott, presidente della Sat di Rovereto, proprietaria del rifugio (per la precisione di due terzi; l’altro è della Sat centrale, con la quale ci si coordina per la gestione). «Nonostante i lavori di ristrutturazione - spiega Lott - non c’è mai stato un pernottamento. Ma non perché nessuno lo richiedeva, bensì perché i gestori rispondevano che il rifugio non è attrezzato. Hanno dato un’impostazione da ristorante a quello che è un rifugio alpino. Rifaremo il bando», spiega Lott.

Non sarà facile, quanto meno non immediato, rifare il bando. Il gestore Alberto Giovannini (affiancato dalla moglie Monica Guerresi, mantovani con una casa a Folgaria) è deciso ad opporsi. «È già la seconda disdetta che mi arriva, la prima fu a dicembre 2015, ad appena un anno dall’inizio, e per lo stesso motivo di oggi: mi aumentano l’affitto. Questa volta ci hanno convocato in sede centrale, e ci hanno fatto una proposta inaccettabile: il raddoppio della cifra». Giovannini non vuole specificare la cifra esatta, ma la valuta del tutto fuori mercato: «Quello che pagavamo era in linea con gli altri rifugio della zona. La frequentazione è quella che è, non siamo sulle Dolomiti, e poi noi abbiamo sopra le antenne, che sono un deterrente spaventoso». Cose che Giovannini ha spiegato alla Sat; dopo la riunione resta in attesa. «Ho chiesto un preventivo scritto, via pec, e mi sono sentito dire dal direttore che “la Sat non fa richieste per iscritto”. La disdetta, quella sì che era per iscritto...». Giovannini e Guerresi resisteranno: «Non ci sarà nessuna consegna delle chiavi, non ce ne andiamo. Faremo ricorso, ho già dato la cosa in mano ai miei avvocati, e coinvolgerà il Cai, perché mi sono sentito personalmente umiliato». Circa i pernottamenti, Giovannini dice: «Qualche pernottamento in questi anni l’abbiamo avuto, ma davvero poche unità. Il rifugio ha appena otto posti, e poi dobbiamo tenere del posto per noi e per i dipendenti. Ma il Finonchio non è paragonabile ad altri rifugi, è fortemente condizionato dalla sua posizione, e nonostante questo e le antenne siamo riusciti a far aumentare di molto le persone. La Sat sapeva tutto questo fin dall’inizio, e ci ha scelti nel 2014 dopo diversi colloqui, preferendoci anche a dei trentini». Non è la prima volta che la Sat si trova alle prese con contrasti o difficoltà con dei gestori di rifugi. Viste le posizioni, sarà difficile una veloce soluzione: e quindi anche l’apertura estiva del Finonchio è in forse.

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