DaVicoloaVicolo: «Frana causata dall’esplosione»

MORI. «La frana a Montalbano? Un evento annunciato»: lo dicono dal comitato daVicoloaVicolo, composto soprattutto (ma non solo) da residenti di via Teatro a Mori, le cui proprietà sono le più...



MORI. «La frana a Montalbano? Un evento annunciato»: lo dicono dal comitato daVicoloaVicolo, composto soprattutto (ma non solo) da residenti di via Teatro a Mori, le cui proprietà sono le più direttamente interessate dal contestato vallo-tomo. «L'esplosione del diedro nel settembre 2017 – scrivono dal comitato – ha formato una falda di detriti composta da massi tutti in equilibrio precario, creando una scarpata pericolosa protetta solo da una rete in un crocevia di due sentieri molto frequentati. Questi detriti lasciati lì hanno fatto sì che alle prime piogge e al primo disgelo si formasse una frana. Solo la fortuna ha voluto che non si trasformasse in tragedia. Tutti i giorni moltissimi escursionisti transitano su quei sentieri». Il comitato daVicoloaVicolo ha sempre bollato la soluzione del vallo-tomo a valle come devastante, inutile, costosa e non in grado di proteggere i sentieri: «Come si è verificato, la soluzione imposta dalla Provincia non garantisce sicurezza per le persone che percorrono le stradine sterrate per raggiungere il santuario e la ferrata, a differenza di quelle proposte nel 2016 dal comitato e mai prese in considerazione, che invece avrebbero portato la sicurezza alle abitazioni e alle persone che tutti i giorni passeggiano sui sentieri. Inoltre avrebbero salvaguardato il paesaggio terrazzato andato perduto con la costruzione di una muraglia sovradimensionata. Il bloccaggio del diedro senza esplosione ma con demolizione controllata e la costruzione di un tomo a monte della strada del Pipel sarebbero stati sufficienti». Riguardo alla frana che ha divelto la paramassi (il sentiero da Mori Vecchio rimane chiuso), «da mesi c’erano continue lamentele da parte di escursionisti per l'incuria e l'insicurezza lasciate ai piedi del diedro dopo la demolizione, oltre a un innegabile danno paesaggistico. Una grossa mancanza, che speriamo sia velocemente colmata visti i fatti di cronaca, sono la bonifica definitiva dei detriti lasciati e un monitoraggio costante». M.CASS.













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