«Una seggiovia lungo il lago Fedaia» 

L’alternativa di Vascellari (funivie di Malga Ciapela) e dei sindaci di Rocca Pietore per collegare Veneto e Trentino


di Francesco Dal Mas


BELLUNO. È improponibile il collegamento tra Porta Vescovo, passo Fedaia e Punta Rocca sulla Marmolada. La pista di rientro, alternativa a quella bellunese, è impossibile, perché il ghiacciaio si è ritirato per decine di metri e ha lasciato spazio a salti di roccia proibitivi.

Lo ha detto Mario Vascellari, presidente della società Funivie Marmolada, proponendo – a nome delle cinque società di Superski Dolomiti, che hanno condiviso il progetto ancora l’anno scorso – una soluzione che pure Canazei ed il Trentino potrebbero sottoscrivere. Collegare il Fedaia bellunese, là dove arriva la pista, con il Fedaia trentino. Da quota 2150 metri si scenderebbe a quota 2050.

Una seggiovia leggera potrebbe fare allo scopo, con relativa pista d’appoggio. Dal Fedaia trentino gli sciatori potrebbero salire in cestovia fino al Pian dei Fiaconi e da qui ridiscendere con l’attuale pista.

Ecco, dunque, il carosello: Sellaronda, quindi Arabba, Padon, Malga Ciapela, Punta Rocca, Fedaia da una parte e dall’altra, Pian dei Fiacconi. E ritorno, ovviamente.

«D’altra parte – ha specificato Vascellari – la Marmolada, per motivi di sostenibilità, non può andare oltre i 100 sciatori al giorno, come oggi avviene. Il collegamento da Porta Vescovo, invece, li raddoppierebbe».

Solo applausi dall’assemblea pubblica di oltre 100 operatori turistici svoltasi ieri pomeriggio a Rocca Pietore. Un rotondo no, per contro, al progetto ipotizzato da Canazei ed Arabba. Anzi, l’assiste, coordinata da Andrea De Bernardin, sindaco di Rocca Pietore, e presieduta da Sergio Pra, di Dolomiti Stars, si è conclusa con l’impegno a costituire un Comitato tecnico che abbia due obiettivi. Da una parte lo stop alla prospettiva del collegamento tra Porta Vescovo e Marmolada, dall’altra la riapertura, nei tempi più brevi, degli skilift di malga Ciapela, la cui disattivazione – come ha detto lo stesso Pra – rischia di arrecare un danno di 800 mila euro all’intera Val pettorina.

Vascellari ha raccomandato la massima prudenza nei confronti di un patrimonio delicato come quello della Marmolada, che esige una valorizzazione plurima: sul piano naturalistico, culturale, storico in particolare, oltre che sciistico.

Luigi Casanova, leader storico di Mountain Wilderness, si è subito sintonizzato con Vascellari, tra l’altro raccogliendo accalorati applausi dalla platea. Si è detto convinto, infatti, che il nuovo collegamento sulla Marmolada «non si farà mai». Anche perché – ha precisato – la mattina dopo saremmo tutti a Parigi per chiedere all’Unesco di cancellare la protezione internazionale come patrimonio dell’umanità.

Ma Casanova ha anche manifestato tutta la sua incomprensione per la nuova “guerra dei confini”: smettiamola, ha detto, e si cominci finalmente a collaborare, con senso do solidarietà verso chi sta peggio. Quindi da Canazei e dalla Val di Fassa verso la Val Pettorina.

Il ghiacciaio va salvaguardato e semmai valorizzato sotto il segno della sostenibilità, promuovendo le sue specificità storiche e culturali, oltre che naturalistiche (si pensi solo alla risorsa acqua), oltre che naturalistiche.

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