CONSIGLIO REGIONALE

Tutela minoranze linguistiche, c’è la legge 

Bocciata la proposta toponomastica dei Freiheit. L’assessore Detomas esulta: «È una pietra miliare»



TRENTO. Respinta la parte di un ordine del giorno sulla topononastica (con la richiesta di reintrodurre i nomi dei luoghi storicamente radicati), il consiglio regionale ha approvato con 37 voti a favore e 13 astensioni il disegno di legge in materia di tutela e promozione delle minoranze linguistiche cimbra, mòchena e ladina, presentato dalla giunta regionale.

Il dibattito in aula si è concentrato principalmente su un ordine del giorno presentato dai consiglieri di Süd-Tiroler Freiheit che chiedeva che nella toponomastica fossero reintrodotti i nomi storicamente radicati e l'uso esclusivo di questi.

La prima parte dell'ordine del giorno (richiamo alle Nazioni unite) ha ricevuto 30 voti a favore, 18 contrari e 3 astensioni, la seconda parte (toponomastica) è stata respinta con 7 voti favorevoli e 40 contrari.

«Per la prima volta la Regione ha affrontato il tema della tutela delle minoranze linguistiche con un approccio sistematico ed organico - ha detto l'assessore regionale alle minoranze linguistiche, Giuseppe Detomas, dopo l'approvazione in consiglio regionale della legge -. Tra le cose che rendono questa legge una pietra miliare nel complesso delle norme a tutela delle minoranze c'è la specifica previsione del Comun General de Fascia quale ente esponenziale della comunità Ladina di Fassa. Una norma che, sebbene già contenuta dello Statuto di autonomia, aveva bisogno di un'ulteriore specificazione. Vi è la previsione, altrettanto storica, del riconoscimento, con una norma di legge, del ruolo della “Lia di Comune Ladins” quale soggetto rappresentativo della comunità ladino dolomitica, comprendente anche i comuni della provincia di Belluno appartenuti storicamente al Tirolo storico e parte integrante della comunità dei Ladini del Sella».













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