«Tunnel del Brennero vitale» 

L’analisi del professor Cascetta: «L’A22 è satura, più merci che nel porto di Genova»



TRENTO. «Sull’asse del Brennero passa il 10% dell’import-export italiano, più che dal porto di Genova. Inoltre rappresenta il “canale d’accesso” preferito dai turisti che vanno in tutta Italia». Ennio Cascetta, professore di Pianificazione dei Sistemi di Trasporto all’Università di Napoli, mostra dati e flussi di traffico per evidenziare la centralità di A22 nella rete infrastrutturale italiana. A partire dal traffico merci, sottolinea Cascetta: «Dei 1600 miliardi di euro di Pil italiano, 400 arrivano dall’import-export. In Italia il 70% del traffico merci in uscita e il 40% di quelle in entrata ha come origine e destinazione i paesi dell’Unione Europea e del Mediterraneo: questo testimonia come il trasporto a breve distanza, dunque su gomma o rotaia, sia vitale per l’economia italiana, anche in considerazione del rallentamento dell’export nostrano registrato negli ultimi mesi». Cascetta sottolinea la necessità di investire sul passaggio del traffico merci da gomma a rotaia: «I flussi di traffico in A22 sono diventati insostenibili. L’arteria è satura sia dal punto di vista funzionale che ambientale. In Svizzera i cittadini hanno deciso attraverso un referendum di realizzare nuove gallerie ferroviarie, accettando di pagarle con le tasse. Il tunnel del Brennero rappresenta l’occasione per l’autostrada di alleggerire il volume di traffico merci, perché vi passeranno treni più grandi e lunghi, praticamente in pianura». Cascetta fa notare come anche il traffico di mezzi privati sia aumentato: «Gli italiani sono il popolo europeo di gran lunga più “automunito”, ci sono 62 auto ogni 100 abitanti. Seguono a distanza la Germania (55 auto/100 abitanti) e Spagna (49 auto/100 abitanti). Il turismo ha portato in Italia il 45% in più di visitatori nell’arco di dieci anni, con evidenti conseguenze sul traffico». L’ad di A22 Walter Pardatscher mette in evidenza i risultati in termini di sicurezza: «Sono diminuiti del -86% rispetto a trent’anni fa gli incidenti stradali con esiti mortali, nonostante il traffico sia al limite massimo. Ciò è dovuto sia alla maggiore sicurezza delle vetture, ma anche ai nostri investimenti». (f.p.)













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