LA GRANDE OPERA

Tunnel del Brennero, si dimette il commissario straordinario Facchin

«Per l'assenza di interesse del governo verso il progetto»



BOLZANO. Ezio Facchin lascia l'incarico di commissario straordinario per promuovere le opere di accesso al tunnel del Brennero. Lo ha comunicato lo stesso Facchin con una nota in cui spiega che determinante per questa decisione è stata «l'assenza di interesse del governo verso i progetti di sviluppo delle tratte di accesso».

Si tratta, spiega il commissario che, con una nota al presidente del consiglio Conte, ha comunicato la sua rinuncia all'incarico, degli interventi «programmati fin dal 2003 per la realizzazione della nuova linea tra Fortezza e Ponte Gardena, in continuità con il nuovo tunnel del Brennero nonché delle circonvallazioni ferroviarie di Bolzano, Trento e Rovereto e de i nuovi accessi al nodo di Verona, per complessivi 85 chilometri di linea a doppio binario». Facchin, già presidente di Trentino Trasporti Spa, era stato nominato commissario proprio alla vigilia di Natale del 2015 su proposta del ministro Delrio e confermato con successivi decreti. La scadenza dell'incarico era prevista nel mese di marzo 2019.

 Ricordando i risultati ottenuti durante la sua gestione, quali il progetto definitivo del lotto tra Fortezza e Ponte Gardena che verrà messo in appalto nel 2019, o la sottoscrizione del Protocollo per lo studio di fattibilità della circonvallazione di Trento, il commissario straordinario sottolinea di aver «recentemente presentato alla Regione Veneto ed al comune di Verona un piano per lo sviluppo del trasporto suburbano su ferro che potrebbe essere utilizzato dal 62% della popolazione della provincia».

«La mancanza di riscontro da parte del ministro, ma anche dell'area veneta» ha convinto Facchin «che i grandi progetti, ai quali si sta lavorando da oltre 20 anni, non rientrano nelle priorità del nuovo governo». «In effetti - si legge nella nota - il ministro non ha fornito indicazione leggibili su come proseguire i progetti del Brennero, per cui la rinuncia del commissario va letta anche come un esigenza di chiarezza nei confronti dei territori interessati dalle tratte di accesso al tunnel».













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