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Vitalizi, a rischio 30 milioni di euro

La Regione dovrebbe restituirli se la Consulta dovesse accogliere la questione di costituzionalità. In arrivo altre eccezioni



TRENTO. Le casse della Regione tremano. Dopo l’ordinanza del giudice Beghini che ha ritenuto non manifestamente infondata la questione di costituzionalità sull’attualizzazione dei vitalizi, l’ente potrebbe essere costretto a restituire 29,6 milioni, i 16,8 milioni già ricevuti dagli ex consiglieri regionali, oltre, ovviamente a non prendere i 12,8 milioni che non sono ancora stati restituiti. Se la Corte Costituzionale dovesse accogliere la tesi del giudice, che ritiene violato l’articolo 3 della Carta fondamentale in relazione ai principi di affidamento e ragionevolezza, quasi 30 milioni di euro, che avrebbero dovuto entrare in base alla legge 4 del 2014 voluta da Ugo Rossi e Arno Kompatscher.

Ma questo potrebbe essere solo l’inizio. Infatti, il 29 marzo prossimo si terrà un’altra udienza davanti al giudice Massimo Morandini e in quell’occasione le difese degli ex consiglieri e delle vedove, rappresentate dai professori Vaccarella, Luciani e dall’avvocato David Micheli proporranno altre questioni di costituzionalità riguardanti il taglio del 20% dell’assegno vitalizio di chi aveva optato per il vecchio sistema di vitalizio senza scegliere l’attualizzazione e per le vedove, l’aumento dal 4 al 12 % del cosiddetto contributo di solidarietà e il tetto di 9 mila euro per chi percepisce sia il vitalizio regionale che il vitalizio da parlamentare.

Il primo rilievo punta sul fatto che il taglio del 20 per cento è stato applicato solo a chi ha scelto il vecchio sistema. Invece chi ha optato per l’attualizzazione non solo ha preso e prenderà, per chi deve ancora maturare il diritto al vitalizio, assegni stratosferici, ma prenderà anche un assegno mensile vitalizio anche considerevole, si parla di 4 mila euro lordi, ovvero 2900 netti, senza alcun taglio. Infatti la legge 4 non prevede il taglio per l’assegno mensile degli attualizzati e questo potrebbe mostrare una chiara disparità di trattamento e, quindi, violazione dell’articolo 3 della Costituzione.

Ancora più pericolosa per la legge la questione riguardante il contributo di solidarietà. Infatti se il giudice dovesse ritenerla non manifestamente infondata e se la Corte dovesse accoglierla si potrebbe aprire una vera e propria voragine nei conti della Regione, infatti a pesare potrebbe essere non tanto l’annullamento, ricordiamolo del tutto eventuale, del contributo dell’8% deciso dalla legge 4, ma quello del 4% del per cento che era stato introdotto nel 2005 con l’accordo dell’associazione degli ex consiglieri regionali.

Se la Consulta dovesse decidere che il contributo di solidarietà deciso dopo la maturazione del diritto al vitalizio non è costituzionale, la Regione dovrebbe restituire a tutti gli ex consiglieri il contributo a partire dal 2005. Un vero e proprio salasso. Infine l’ultima questione è quella del tetto a 9 mila euro per il cumulo dei vitalizi. In questo caso, la questione di costituzionalità sembra più debole dal momento che norme di questo tipo hanno già passato il vaglio della Consulta. Resta poi da vedere la questione dell’eventuale riscossione forzosa delle somme da restituire. Per molti giuristi mancherebbe il titolo da eseguire ed è anche per questo motivo che il Consiglio regionale ha deciso di sospendere la procedura per il recupero.













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