VERSO LE PROVINCIALI»la lista/4 PROGETTO TRENTINO

TRENTO. Cinque anni fa Progetto Trentino era il nuovo, ambiva a rappresentare il vento contrario all’establishment trentino già allora un po’ stanco e lgoro. Tanto che il suo fondatore Silvano...


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Cinque anni fa Progetto Trentino era il nuovo, ambiva a rappresentare il vento contrario all’establishment trentino già allora un po’ stanco e lgoro. Tanto che il suo fondatore Silvano Grisenti si presentò, con una buona dose di coraggio visto che proprio dal nulla, politicamente, non veniva, come il «Grillo del Trentino».

Come candidato presidente venne scelto, invece, un imprenditore che non aveva avuto altre esperienze politiche, ma che alla politica aveva sempre guardato con attenzione, il patron della Diatec e della Trento Volley Diego Mosna. E la squadra comprendeva, oltre a Grisenti, anche gli ex consiglieri Walter Viola, che veniva da Forza Italia e Gianfranco Zanon, in arrivo dall’Upt dove aveva preso il posto in Consiglio del povero e mai abbastanza ricordato Giovanni Battista Lenzi.

In squadra c’era anche Marino Simoni che si candidava dopo 7 anni alla guida del Consorzio dei Comuni e dopo essere stato per tre legislature sindaco di Transacqua nonché ex ideologo valligiano dell’Upt tanto che teneva i discorsi al popolo di amministratori dell’allora potente partito territoriale sotto il tendone che Adelino Amistadi montava a Roncone.

Cinque anni fa andò bene, ma non benissimo. Progetto Trentino riuscì a far eleggere quattro consiglieri: Grisenti, che prese più di 6 mila voti, Viola, Zanon e Simoni che bruciò per pochi voti Massimo Fasanelli, poi rientrato in Consiglio con mille malumori, tanto che andò direttamente nel gruppo misto, quando Grisenti dovette lasciare lo scranno a causa della decadenza dalle cariche pubbliche imposta dalla legge Severino a i condannati per corruzione.

Già prima di Grisenti si era dimesso Mosna che, in quanto candidato presidente della coalizione, era stato eletto in quota Civica Trentina. Così con l’addio anche del fondatore Progetto Trentino ha languito a lungo indeciso tra l’opposizione o il salto in maggioranza.

Poi è arrivato il 4 marzo che ha travolto il centrosinistra ed è tornato Grisenti, che dopo l’addio al Consiglio passava sempre più tempo tra i Masai in Africa, impegnato in progetti umanitari. È tornato e ha dettato la linea: addio al centrosinistra, addio ai sogni grillini e pronti a fare l’alleanza con la Lega e il centrodestra, con il sogno nel cassetto di essere candidato sindaco a Trento nel 2020.

Intanto c’è da far bene a queste elezioni, però. L’età media della lista è altina: 49 anni. In compenso ci sono molti voti noti delle professioni e qualche ex amministratore. Grisenti non ci sarà, ma fa il regista dietro le quinte. Così il timone è passato a Marino Simoni, 66 anni, con lui, Mario Tonina, 60 anni, consigliere uscente, direttore della Federazione allevatori, teletrasportato all’ultimo minuto dall’Upt in rotta. C’è anche Gianfranco Zanon, 55 anni, commercialista ex sindaco di Cunevo, ex presidente del Comprensorio della Val di Non, riammesso ieri dal Tar dopo che era stato escluso.

Tra i volti noti ci sono anche Roberto Avanzi, 63 anni, a lungo alla guida della Coesi, l’organizzazione scissionista delle scuole materne che aveva lasciato la Federazione trentina e presidente della materna di Cognola, Paolo Gottardi, 66 anni, medico, anima dell’Avis e responsabile della Banca del sangue del Trentino, Elena Albertini, figlia dell’ex presidente della Provincia Remo, ex docente di filosofia e scrittrice, Marco Gradassi, 50 anni, neuropsichiatra al Santa Chiara, Mariuccia Cemin, ex sindaca di Canal San Bovo, Ida Micheletti, di Villalagarina, volto notissimo nel mondo dello sport, ex vicepresidente del Coni trentino e consigliere della Figc. Poi ci sono esponenti delle professioni come l’avvocatessa di Rovereto Elena Andrighettoni, 43 anni, o l’architetta di Tione Alessandra Sicheri, 48 anni o l’ingegnere trentino Stefano Rivis, 50 anni.













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