Valsugana unita nel nome del cippato
Il centro di raccolta sorgerà a Campiello e servirà per le centrali a biomassa
PERGINE. Le centrali di teleriscaldamento e produzione di energia elettrica a biomassa sono le nuove scommesse per salvaguardare l'ambiente e rendere un servizio migliore, più economico ai cittadini. In Valsugana poi costituiscono anche un motivo di coesione tra la parte alta e bassa della vallata. Su questo si è anche ragionato nella visita alle centrali di teleriscaldamento di Dobbiaco, Valdaora e Varna, dopo aver visto gli impianti, il funzionamento, l'organizzazione, l'utenza, i costi per la gente. Il centro del cippato, individuato in un'area equidistante tra Pergine e Borgo, in zona Campiello (l'ipotesi è riconvertire ad uso "pulito" il vecchio stabilmento di biocompostaggio da tempo chiuso), diventerebbe un luogo di raccolta di materiali legnosi, di selezione e lavorazione degli stessi, in grado di fornire la biomassa legnosa come combustibile per le due centrali. Interessati alla produzione di tale combustibile legnoso sono la Stet, l'Amnu, i privati, l'Università di Trento. Si pensa ad un programma di interventi di manutenzione delle aree verdi, a parco, a bosco, alvei di torrenti e fiumi, concordato con Provincia e Comuni, attuato con progetti dell'Agenzia del Lavoro. Il centro darà completezza alla "filiera legno" con l'estensione al territorio, al paesaggio, all'energia, favorendo ricadute positive di tutela ambientale, sicurezza del territorio, produzione di energia elettrica e termica, incremento dell'occupazione. Tra i partecipanti Marco Osler, presidente di Stet e Valsugana Energia, il sindaco Silvano Corradi, che hanno dato la loro versione sull'esperienza. Ad entrambi abbiamo chiesto quale è l'impianto che più si presta a noi, quali le necessità che lo motivano, visto che Pergine ha già una centrale di teleriscaldamento a gas. «Esistono differenti ragioni per decidere di scegliere la biomassa come combustibile alternativo - spiega Osler - ma il cippato è più adatto alla produzione di energia perchè più ricco di potere calorifico. Una nuova centrale è necessaria per completare il servizio alla città. Quella vista a Varna è tecnologicamente la più confacente alle nostre necessità. La progettazione è ormai avanzata, e abbiamo chiesto alla Provincia il finanziamento per un impianto che costerà 14.000.000 di euro». Anche Silvano Corradì, tecnico ed esperto nel settore centrali, è per la tecnologia vista a Varna. «Quello è l'impianto che fa per noi. Accanto alla centrale realizzata all'ex psichiatrico, motivata dalle utenze del Villa Rosa e area circostante, va completata la rete cittadina con altre estensioni, con il combustibile che sarà proprio a biomassa».