pazzo meteo

Un caldo da primato nei “giorni della merla”

Dovrebbero essere i più freddi dell’anno, ma in montagna è primavera A Predazzo e Cavalese (molto) più caldo che a Trento. Ma ora è attesa la neve


di Andrea Selva


TRENTO. Altro che giorni della merla, quelli che per tradizione dovrebbero essere i più freddi dell’anno: quest’anno gli ultimi tre giorni di gennaio e ieri (primo febbraio) sono trascorsi con temperature “tiepide” in città e nei fondo valle, ma soprattutto con temperature massime che in alta quota hanno fatto sgranare gli occhi ai meteorologi: «Temperature eccezionalmente elevate in quota» ha scritto Meteotrentino.

E i colleghi del centro dolomitico di Arabba sono stati pienamente d’accordo: «Netto rialzo termico con clima eccezionalmente mite in alta quota». E i dati confermano: «Sulla Marmolada (dove Meteotrentino ha una stazione meteo a 2.600 metri di quota) c’è mancato poco che il termometro non scendesse nemmeno sotto lo zero». E Roberto Barbiero (Meteotrentino) fa notare che lo zero termico fra i 3.800 e i 4.000 metri di quota, cioè la situazione che si è verificata nelle ultime ore, è un dato che in genere si registra in agosto, non certo ai primi di febbraio.

Nei fondo valle di Fiemme e Fassa se ne sono accorti, con i prati che al sole hanno avuto la tentazione di rinverdirsi come se fosse primavera: la massima di ieri in Trentino è stata toccata a Predazzo (16,7 gradi centigradi), seguono Cavalese (16,5 gradi) e Moena (16,1 gradi). Tutte temperature vicine ai record storici, nelle rispettive località, di questo periodo. Proprio i paesi attraverso cui - domenica - è passata la carovana della Marcialonga, con 8 mila sciatori lanciati (si fa per dire, vista la pesantezza della neve) su una striscia bianca artificiale distribuita sui 70 chilometri del percorso con migliaia di viaggi di camion.

Negli uffici di Meteotrentino vanno indietro nel tempo e trovano alcune giornate di gennaio (ad esempio nel 2004) in cui il termometro in alcune località trentine era schizzato vicino ai venti gradi. A fine gennaio del 2004 - ad esempio - a San Martino di Castrozza (1.450 metri di quota) vennero raggiunti i 19,7 gradi centigradi. E da una breve analisi degli archivi emerge che queste temperature così elevate sono caratteristiche soprattutto degli Duemila mentre le temperature minime si riscontrano in varie annate del Novecento (i dati storici sono disponibili a partire dal 1921).

Ma come si spiega questo caldo invernale? Roberto Barbiero analizza i modelli meteorologici e spiega che si tratta di un’alta pressione di origine africana che in questi giorni è incentrata sulla Spagna e ha effetti anche sul nord Italia. Ecco da dove arriva l’aria calda, in particolare in alta quota. Una situazione che dovrebbe cambiare a breve: a metà settimana è attesa una perturbazione che porterà neve (ma solo oltre i 1.500 metri di quota) e pioggia. Quindi un miglioramento del tempo (ci sarà il sole giovedì e venerdì) in attesa di un peggioramento per sabato e soprattutto domenica quando è attesa una perturbazione che potrebbe portare la neve (anche abbondante) oltre i 1.000 metri di quota.

I tecnici di Meteotrentino - che effettuano previsioni a 5 giorni, giudicando azzardato spingersi oltre - stanno monitorando la situazione: i modelli indicano una situazione molto incerta, che però non esclude la possibilità di nevicate (e piogge a quote basse) anche abbondanti. Si attende venerdì - quando la situazione dovrebbe essere più definita - per decidere se sarà necessario diffondere un’allerta meteo.

Chi vive di turismo invernale ci spera: le piste (tutte ricoperte di neve artificiale) nelle ultime ore hanno “sofferto il caldo” e solo la neve vera potrà lanciare il periodo delle settimane bianche che comincia proprio ora.













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