Un allevamento di grilli, la start up nata a Garniga

Vittorio Friz, tecnico alimentare, si è lanciato nel progetto sostenuto dalla Lub Afferma: «Un alimento dalle proprietà eccezionali, attendo i contributi europei»


di Sandra Mattei


TRENTO. Assicura che si tratta di un alimento dalle proprietà nutritive eccezionali, che ha proteine, colesterolo buono e vitamine. A spiegare le proprietà di un allevamento sperimentale, è Vittorio Friz, cinquantenne originario di Garniga Terme, residente a Bolzano. L’allevamento in questione, è stato allestito proprio a Garniga, paese sulle pendici del Monte Bondone, dove Friz manda avanti una piccola azienda agricola. È il primo esperimento in questo senso in Italia: si tratta di grilli.

Sì, avete letto bene. Del resto in questi anni si sono sprecate pagine su quotidiani e su Internet nelle quali si esaltano le qualità degli insetti. Animali che peraltro, in molti Paesi del mondo, vengono già consumati. Formiche, cimici, locuste sono cibo tradizionale dalla Nigeria alla Thailandia. Ma torniamo al maso di Garniga. L’allevamento di grilli è nato grazie alla collaborazione della Libera università di Bolzano (Lub), seguito da alcuni esperti, che ha ricevuto il finanziamento per l’innovazione dalla Provincia di Bolzano. Chiediamo a Friz come gli è venuta un’idea simile.

«La sperimentazione - spiega - che è diventata una start up “Insecta”, approvata dalla Lub, è nata un po’ per necessità, un po’ curiosità. Sono un tecnico alimentare ed avevo incarichi di responsabilità in salumifici altoatesini, ma tre anni fa ho avuto un aneurisma. Mi sono ripreso, ma al mio ritorno al lavoro, mi hanno fatto svolgere mansioni inferiori a prima. A quel punto ho deciso di andarmene».

Friz racconta che ha deciso di tornare al lavoro della terra, a Garniga Terme, dove possiede un piccolo terreno nel quale coltiva patate ed altri ortaggi. Ma è un’attività che non gli permette un reddito sufficiente. Nel suo lavoro di tecnico alimentare sa che in molti altri Paesi si è passati ad allevamenti di insetti, come quello dei grilli, che non presenta particolari difficoltà ed è ecosostenibile, a differenza di vacche e maiali. È così che propone ad un docente della Lub, Sergio Angeli, il progetto.

Ora a seguirlo sono, oltre ad Angeli, entomologo, Matteo Scampicchio, tecnico alimentare e Mattias Gauly, zootecnico. Ma in cosa consiste un allevamento di grilli? «I grilli vengono tenuti in vaschette di plastica - precisa Friz - e vengono alimentati con cereali. Un contenitore va tenuto come incubatore, per fare schiudere le uova. I grilli si riproducono in modo veloce, il loro ciclo vitale è di 2 o 3 mesi. I primi li ho allevati a Garniga, mentre ora li tengo sulla veranda di casa mia a Bolzano, perché devono avere una temperatura superiore ai 25 gradi».

E poi come si uccidono?

«Si congelano, quindi si seccano in un essicatore e poi si trasformano in farina. Il know how l’ho appreso da Next Millemium Farm, un’azienda canedese che si occupa da tempo dell’allevamento di grilli. Ripeto, la farina di grillo ha proprietà nutrizionali importanti, le proteine contenute sono digeribili al 98 per cento, contiene Omega 3 e 6, ferro e selenio». Ma con il gusto, come la mettiamo? «È insapore - risponde Friz - per questo può essere mescolato in barrette, con gusro al lampone, alla cioccolata, al peperoncino».

Per ora l’allevamento è in fase sperimentale, in estate i grilli verranno trasferiti a Garniga (a proposito, c’è una specie, il bimaculatus, che non fa rumore). E il progetto è in attesa di un finanziamento europeo.

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