Tv scambiata per rifiuto, fermato al porto 

Bloccato a Genova mentre trasportava oltre 130 vecchi elettrodomestici: li portava a un’associazione solidale tunisina



TRENTO. Lo hanno accusato di traffico di rifiuti perché quei vecchi televisori, quelle piastre per capelli di qualche anno fa, quei cellulari che ormai appartengono alla storia delle comunicazioni, agli occhi dei doganieri non potevano avere un futuro. Erano ferro vecchio e quindi rifiuti. E la richiesta di imbarcarsi da Genova direzione Tunisia con caricati in macchina oltre 130 elettrodomestici di vario tipo ma tutti assolutamente datati, non poteva esser altro che traffico di rifiuti. Invece no. Si trattava in realtà di un piccolo tesoretto che il tunisino-trentino aveva messo da parte piano a piano per aiutare concretamente un’associazione tunisina che si occupa di bambini con la sindrome di down. Insomma tutti quei «ferri vecchi» erano solo elettrodomestici che degli artigiani sarebbero stati in grado di rimettere in sesto e quindi sarebbero stati venduti. Vendita che avrebbe portato ossigeno all’associazione per le sue attività a favore dei meno fortunati. Un ciclo virtuoso che è incappato in un controllo alla dogana del porto di Genova e che poteva aver conseguenze pesanti per il tunisino-trentino. Che non riusciva a capire perché per i doganieri quegli elettrodomestici fossero solo rifiuti. A spiegare come stavano le cose è stato l’intervento dell’avvocato Claudio Tasin che ha presentato ricorso al riesame. E i giudici gli hanno dato ragione: non si trattava di traffico di rifiuti, ma di un semplice trasporto merci con tanto di ricevuta di acquisto che copriva gran parte degli elettrodomestici che c’erano nella macchina. Fra l’altro anche la macchina era stata sequestrata mettendo in seri guai il tunisino. Che viene in val di Cembra e ha una figlia adottiva con una disabilità importante che ha bisogno di raggiungere i centri che la seguono diverse volte alla settimana. Alla fine tutto è andato per il meglio, ma per il protagonista sono stati giorni difficili. Lui si era presentato al porto di Genova tranquillo. Doveva imbarcarsi per tornare nel Paese di origine per qualche giorno di vacanza che voleva utilizzare anche per portare a «casa» gli elettrodomestici cui dare nuova vita sfruttando le abilità degli artigiani tunisini. Aveva stipato il suo furgone con oltre 130 elettrodomestici che però non sono riusciti a passare il controllo della dogana. Dopo il ricorso, auto e materiale è stato restituito ma pare che si sia l’intenzione da parte della procura di presentare ricorso.













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