Trento. “infiltrazioni” non è forse il termine esatto, almeno per il settore del narcotraffico, ma «questo territorio è sicuramente oggetto di interesse crescente da parte della criminalità organizzata: perchè è ricco, è una zona di vacanza dove in tanti periodi dell’anno circolano immensi quantitativi di denaro, e poi c’è ancora poca “concorrenza” con altre organizzazioni». fabio canavari, funzionario del terzo servizio della dcsa (direzione centrale per i servizi antidroga), fornisce un quadro generale sui movimenti del narcotraffico, emerso dall’indagine, che spiega il ruolo non di secondo piano del nostro territorio. «nel frattempo - spiega - negli anni ci sono stati cambiamenti rispetto alle organizzazioni stesse attive nel settore: gli albanesi hanno compiuto in qualche modo un salto di qualità, mentre ad esempio cosa nostra ha virato su altre tipologie di traffici. da quest’indagine sono emersi 5-6 livelli differenti, attivi a livello transnazionale:anche per questo c’è stato da parte nostra un grosso lavoro di cooperazione tra forze di polizia, dalla spagna al marocco, fino all’olanda. il lavoro, soprattutto di intercettazione, è stato ingente».

Il colonnello palumbo ha aggiunto: «la piazza di trento in particolar modo risultava essere tenuta in gran considerazione dall’organizzazione - specie per lo smercio di hashish - proprio per la sua ricchezza, anche se di fatto le persone coinvolte qui costituiscono il livello un po’ più basso della catena».