L'INDAGINE

Trento, evasione fiscale, sequestrata la villa del titolare di una palestra cittadina

Nascosti al fisco ricavi per circa 3 milioni di euro, evasa l'Iva per 540.000 euro. Per la Finanza l'Asd New Life si era “camuffata” da associazione sportiva dilettantistica, beneficiando indebitamente delle agevolazioni tributarie. LEGGI ANCHE: La difesa: "Accuse basate su interpretazioni opinabili e azzardate"



TRENTO. Una nota realtà associazionistica situata nel centro di Trento, l'Asd New Life, che offre servizi di piscina, palestra e altre attività sportive, si era “camuffata da associazione sportiva dilettantistica, beneficiando indebitamente delle agevolazioni tributarie previste per il cosiddetto terzo settore”. Lo scrive in una nota la Guardia di Finanza di Trento.

Tali agevolazioni consistono, essenzialmente, nella possibilità di determinare forfettariamente il reddito imponibile e l’Iva e di godere di svariate semplificazioni sul fronte degli adempimenti fiscali, della certificazione dei corrispettivi e degli oneri dichiarativi.

I Finanzieri hanno quindi posto i sigilli a oltre 230.000 euro sui vari conti bancari dell’associazione e del suo rappresentante legale, un sessantaseienne trentino, nonché la villa e annesso garage, di proprietà di quest’ultimo, per una quota del valore di circa 310.000 euro.

L'indagine. Sviluppando degli elementi informativi pervenuti a seguito di un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate di Trento, le Fiamme Gialle hanno esteso le verifiche fiscali a più annualità, scoprendo che la sedicente associazione, dal 2012 al 2016, aveva occultato al fisco ricavi per circa 3 milioni di euro, evadendo l’Iva per 540.000 euro.

In realtà, infatti - continua la Finanza -, l’ente aveva solo formalmente una natura “non commerciale”, ma nei fatti gestiva professionalmente e imprenditorialmente impianti sportivi (palestre, piscina, sala pesi, ecc..), tenendo anche corsi e colonie estive, aperti al pubblico (e non solo agli associati) dietro il pagamento di corrispettivi, in regime di concorrenza sleale rispetto alle analoghe strutture regolarmente presenti sul mercato.

"Tra l’altro -  continua la Finanza - la sedicente Associazione “senza scopo di lucro” ha prevalentemente svolto una serie di attività che non rientrano fra quelle riconosciute dal Coni quali “attività sportive dilettantistiche”, ha adottato verso i terzi atteggiamenti tipici dell’impresa commerciale (ad esempio pubblicità verso potenziali clienti, con offerte promozionali, scontistica, ecc.), non rispettava i criteri di trasparenza e informazione ai presunti soci, in quanto meri clienti, che venivano “automaticamente” tesserati senza espresso consenso".

L’Associazione, negli anni oggetto di verifica, ha sempre presentato la dichiarazione delle imposte dirette e i redditi complessivi non dichiarati constatati (tre milioni di euro), ripartiti per le varie annualità sottoposte a verifica, non hanno superato le soglie penali: la questione verrà dunque definita in sede amministrativa.

Diverso il discorso per la dichiarazione Iva, mai presentata, che ha fatto scattare l’aspetto penale per le connesse omissioni: le Fiamme Gialle, per assicurare alla collettività le risorse sottratte al Fisco, si sono avvalse del “sequestro per equivalente”, una misura cautelare che “congela” mediante sequestro, per la successiva confisca, i beni di cui dispongono gli autori di reati tributari in misura equivalente all’ammontare delle imposte evase; il Gip di Trento – dietro richiesta della locale Procura - ha disposto il sequestro di valori per 539.529,79 euro, corrispondenti all’Iva evasa.

 













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