Trentino come la Sicilia Temperature su di 5 gradi 

Lo studio: «Se andiamo avanti così, tra 80 anni estati insopportabili» Il fisico trentino Zardi: «Solo riducendo i gas serra potremo invertire il trend»



TRENTO. L’Eurac di Bolzano avverte: tra 80 anni in Trentino Alto Adige ci sarà lo stesso clima della Sicilia. Le temperature saliranno di 5 gradi. Un quadro a tinte fosche quello che emerge dal Rapporto sul clima scritto da 20 studiosi coordinati dal geoecologo Marc Zebisch. Un quadro che potrebbe cambiare, ma solo se ci impegniamo tutti e, avverte il fisico trentino Dino Zardi coordinatore del nuovo corso di studi in meteorologia dell’Università di Trento, riduciamo le emissioni.

Roland Psenner - presidente Eurac Research - spiega che se l’inquinamento non calerà nel 2100 l’ Alto Adige sarà come la Sicilia con estati più calde di 5 gradi. «Ci preoccupano le notti tropicali con temperature mai sotto i 20 gradi». Cambiamenti che avranno pesanti effetti a cascata. «E poi un altro esempio forse meno evidente: negli ultimi vent’anni, animali e piante si sono spostati per sfuggire al caldo, mentre alle altitudini più basse si diffondono specie nuove. Parassiti delle piante e zanzare tigre si moltiplicano a ritmo crescente».

I trasporti, complice il traffico di transito sull’asse del Brennero, emettono il 44% del totale dei gas serra, con dati più alti della media nazionale. Eurac dice che serve più trasporto pubblico (affidabile e coordinato); servono meno parcheggi e quelli che ci sono con tariffe più elevate; servono più infrastrutture per pedoni e ciclisti; più incentivi per auto elettriche, ibride e a idrogeno con stazioni di rifornimento e anche pedaggi d’ingresso. Secondo lo studio Eurac, si deve anche ridurre il consumo di acqua. Per esempio con concessioni sulla base dell’effettivo fabbisogno e non di quote prestabilite e ancora aumentando l’irrigazione a goccia. E poi si deve ridurre l’impatto del turismo. Tra le strade indicate quella di aumentare il trasporto pubblico, inclusi collegamenti con gli aeroporti. E poi passi chiusi o mezzi elettrici a noleggio, più ClimaHotel e BioHotel.

Dal canto suo, Zardi spiega che la tendenza all’innalzamento delle temperature è continua, ma avverte che le conseguenze su fenomeni come neve, precipitazioni sono meno automatiche: «Con lo scenario business as usual, cioè se le cose non cambiano, le temperature si alzeranno. Se, invece, riusciremo a ridurre le emissioni, l’aumento delle temperature saranno più contenute, grosso modo attorno ai 2 gradi e mezzo da qui al 2095. Se invece non cambia niente l’aumento delle temperature medie a livello del mare sarà di 4 gradi e mezzo. Purtroppo, politiche significative a favore delle energie rinnovabili non se ne vedono e non è cambiato nulla. La Prova è data dal fatto è che la concentrazione di Co2 in atmosfera continua ad aumentare. Abbiamo sfondato il tetto delle 400 parti per milione, quando negli anni erano 200 parti per milione. E se aumenta il Co2 aumenta l’effetto serra. Con l’industrializzazione su larga scala questi sono gli effetti. Dal punto di vista politico, l’unica cosa da fare è rendere conveniente l’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Sennò è difficile che la gente adotti pratiche sostenibili. Invece a livello nazionale di recente hanno fatto il contrario togliendo gli incentivi. Per fortuna si spera che il piano energetico provinciale torni indietro su questa strada».

Per quanto riguarda gli effetti Zardi è cauto: «L’unica cosa che possiamo dire che la temperatura tende ad aumentare. Noi abbiamo fatto uno studio sulle temperature a Trento negli ultimi 200 anni. Dal 1976 al 2016 le temperature a Trento sono aumentate di un grado e mezzo». Ai negazionisti, cioè a chi dice che non c’è nessun cambiamento epocale nel clima Zardi risponde: «Oh poverini. Ma non ha senso quello che dicono. Possono dire tutto quello che vogliono. Ci sono dati di fatto incontrovertibili: l’aumento della Co2, che è un gas serra e poi c’è l’aumento delle temperature»..(u.c.)













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