Toninelli riaccende lo scontro SuA22 tensione Roma-Trento 

La concessione dell’Autobrennero. Il ministro minaccia la gara: «Ci sono richieste irricevibili da parte dei territori». Il governatore Fugatti: «Disponibili a trattare, ma il traffico sta calando»


Gianpaolo Tessari


TRENTO. Un’altra frenata, brusca, nel dialogo con Roma sul tema della concessione dell’A22. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli mostra la faccia severa a Trento e Bolzano: «Le ultime richieste arrivate dai territori non sono ricevibili. Non sono tecnicamente in linea con le direttive nazionali nè con quelle europee. Attenzione, siamo in una fase di urgenza, e la direzione proposta da questo ministero sarà obbligata, per non incorrere in una procedura di infrazione comunitaria. Ovvero? Avviare le procedure di gara per l’individuazione del nuovo concessionario».

Traffico in calo

Insomma se non è un ultimatum, pena la gara europea per la concessione, poco ci manca. Il governatore Maurizio Fugatti usa però toni concilianti: «Occorre tenere conto di un fatto. Il traffico sull’A22 in questo primo scorcio di 2019 è in calo, mostrando un possibile ritorno di crisi economica. Non lo si può ignorare nel mettere nero su bianco l’accordo per la concessione. Detto questo la nostra volontà è quella di continuare a dialogare per cercare di chiudere le partite rimaste aperte. Abbiamo preso atto della volontà e della serietà con cui il ministro Toninelli si è mosso alla ricerca di una soluzione. Serve un sforzo ulteriore per chiudere» osserva il governatore.

I maligni osservano che la missione di Fugatti, e del collega Arno Kompatscher, negli uffici del sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti (Lega) ha avuto due effetti. Quello di spianare le difficoltà che erano sul tavolo della trattativa ma pure quello di indispettire il pentastellato Toninelli che si sarebbe visto bypassato da due governatori.

Ma il destino di Autobrennero è appeso ad un filo ormai da quasi 5 anni, con un non tranquilizzante effetto montagne russe. Fugatti allarga le braccia: «Non dobbiamo interrompere questo percorso, consapevoli delle esigenze del ministero, ma al tempo stesso abbiamo a cuore quelle (altrettanto legittime) dei territori che siamo chiamati a rappresentare».















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