Toni Masè, la Rendena gli rende omaggio

Pinzolo, in tanti ieri si sono recati alla camera ardente allestita in casa Oggi l’ultimo saluto all’imprenditore lungimirante e all’uomo di montagna


di Giuseppe Ciaghi


PINZOLO. Non ha voluto mancare, una settimana fa, all’ultimo saluto ad Arnaldo Serafini, amico suo ed abbracciare la moglie Anneliese. Due uomini veri, per tanti aspetti simili. Entrambi si erano costruiti una fortuna partendo dal nulla. A prezzo di grandi sacrifici, lavorando con tenacia, intelligenza e grande dirittura morale. Persone che hanno dato molto anche alla comunità, contribuendo, ciascuno nel proprio campo a livelli di eccellenza, allo sviluppo di Madonna di Campiglio, della Val Rendena e dell'intero Trentino. D'esempio per tutti. Se ne sono andati a pochi giorni di distanza uno dall'altro, quasi si fossero dati appuntamento nell'aldilà. Sono stati in moltissimi, ieri a Vadaione, nell'antica casa di famiglia, dove amava ritirarsi nei pochi momenti di relax, a salutarlo ed a stringersi alla moglie Mariella, alle figlie Francesca e Cristina e a Carlo, il nipotino cui era molto legato. Composto nella bara sistemata al centro della sua "stua", Toni sembrava dormire serenamente.

La benedizione, due gocce d'acqua santa e poi la commozione... sotto il peso dei ricordi, alimentata dagli sguardi, dagli abbracci e dagli incontri con quanti erano venuti a dirgli grazie: una folla, una processione continua, dipendenti della Termoimpianti, di ieri e di oggi, della spa Funivie, imprenditori, alpinisti, sportivi, amici... Tutti sentivano di dovergli qualcosa. Da anni lottava contro il male, ma la sua tempra, quella di un uomo che non si arrendeva mai, gli aveva permesso di salvarsi sulla Sud della Marmolada, quando nel 1959 morì tragicamente Giulio Gabrielli, di scalare in solitaria le vie più difficili del Brenta, di diventare guida alpina e uomo del soccorso in montagna, di percorrere le vie del cielo con la patente di aviatore e di correre sulle acque del mare di Sardegna da esperto velista. Senza disdegnare qualche partita al pallone, da amatore. Era stato l'uomo della "provvidenza" in circostanze particolari per associazioni ed enti, dall'Us Pinzolo, di cui era stato nominato presidente in momenti di difficoltà, alla spa Funivie del Dòss del Sabion, di cui fu tra i fondatori. A lui si deve lo sviluppo di quest'ultima società quando venne costruita la prima telecabina, a lui si ricorse per il recente risanamento. Merito suo è il rilancio attuale. Senza di lui probabilmente il collegamento sciistico con Madonna di Campiglio sarebbe ancora sulla carta. Assieme ad Ugo Caola ed Ezio Binelli si era inventato perfino la 24h di Pinzolo di gran fondo, una manifestazione che aveva portato in valle per dieci anni l'elite dello sci nordico. E tutto questo senza trascurare la sua attività imprenditoriale, quella di idraulico. Che da "parolòt”, da garzone dello zio Arnaldo, ha portato a livelli di eccellenza.

Oggi la Termoimpianti Masè è industria leader nel settore, si avvale di una straordinario gruppo di maestranze e di un'equipe di tecnici e di progettisti di prim'ordine. Ha all'attivo la realizzazione di complessi come il Menfi beach Resort in Sicilia. Masè ha anche trovato il tempo per una serie di fortunate iniziative in campo immobiliare. Nel 2004 a Campiglio ha costruito l'Alpen Hotel Suite, il primo hotel a quattro stelle Superior del Trentino, condotto dalla moglie e dalle figlie. Ha lasciato un segno indelebile nella storia della valle e nel cuore di quanti lo hanno conosciuto. In loro continuerà a vivere.

Il funerale è oggi alla chiesa di Giustino, alle ore 14.30.













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