Terrorismo, arrestato Sorroche 

L’attentato alla Lega nel Trevigiano. L’anarchico spagnolo-trentino è stato fermato a Brescia con una doppia accusa: strage e attentato Sui due ordigni, uno dei quali inesploso, sarebbero state trovate le sue impronte digitali. In città era stato arrestato per lo scippo della fiaccola olimpica



Trento. Strage e attentato con finalità di terrorismo. Questa l’accusa - pesantissima - che ha portato all’arresto di Juan Antonio Sorroche Fernandez, 42 anni per l’attentato alla sede della Lega a Villorba in provincia di Treviso del 12 agosto scorso. Spagnolo di origine, la sua storia è legata a doppio filo al Trentino e al movimento anarchico, di cui è stato protagonista. L’inchiesta più eclatante in cui è stato coinvolto, è stata quella sullo scippo della fiaccola olimpica. Era il 2006 e la mezzofondista Eleonora Berlanda stava portando la fiaccola di Torino 2006 nel centro di Trento quando era stata aggredita da un gruppo di anarchici. Fra loro, appunto, Sorroche che era stato poi arrestato assieme a Massimo Passamani, Daniele Benedetti e Daniela Battisti.

Ma torniamo all’arresto del 22 maggio. Con il nome di Sorroche finito nell’indagine sull’attentato alla sede della Lega, il 12 agosto scorso.

L’attentato

Cosa era successo? Nella notte era stata fatta esplodere una bomba carta all'esterno della sede del Carroccio. Un ordigno piazzato sulla scala antincendio, che non ha causato danni. Ma doveva essere una “trappola”. Nel piazzale, infatti, c’era infatti un secondo ordigno, rimasto inesploso. Una pentola a pressione piena di chiodi, collegata ad un filo di nylon che, una volta calpestato, avrebbe fatto partire la seconda deflagrazione. Uno scoppio che non era avvenuto grazie all’intervento degli artificieri. Era stata ritrovata anche un rivendicazione sul web, un comunicato della sedicente cellula anarchica «Haris Hatzimihelakis /Internazionale nera».

Le indagini

Le indagini della polizia (cui hanno collaborato anche gli investigatori della Digos di Trento) hanno portato a Sorroche latitante dalla primavera 2017, inseguito da due ordini di carcerazione del Tribunale e della Procura Generale di Torino, per un totale di 6 anni e un mese di reclusione. La particolarità dell’innesco (e le rivendicazioni) avevano condotto le indagini verso l'ambiente anarchico. Un'indagine complessa, portata avanti dalla procura di Venezia, e condotta da un gruppo investigativo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, che ha coordinato le Digos di Venezia, Brescia, Treviso e Trento. Per scovare il nascondiglio di Sorroche, grazie al supporto della Comisaria General de Informaciòn - Cuerpo Nacional de Policìa spagnola, la polizia ha monitorato gli spostamenti di Manuel Oxoli, anarchico bresciano, fino a quando i due si sono incontrati, il 22 maggio, a Marmentino.

La convalida

Tre giorni dopo nel carcere di Canton Mombello si sono svolte le udienze di convalida del fermo emesso nei confronti di Sorroche, e dell'arresto di Oxoli, accusato di favoreggiamento personale. Per entrambi si sono aperte le porte del carcere. L'indagine era partita dall'analisi dei contenuti e della struttura sintattica e lessicale della rivendicazione, firmata dalla «Cellula Haris Hatzimihelakis/internazionale nera (1881/2018)». Ad incastrare l'anarchico spagnolo sarebbero state poi le tracce di dna lasciate su uno dei due ordigni.

La fiaccola

Era il gennaio del 2006 quando la cerimonia di passaggio della fiaccola olimpica, diretta a Torino, fu interrotta dallo scippo della fiaccola stessa. Tedoforo era la mezzofondista Eleonora Berlanda. Tra piazza Fiera e via Mazzini. Un gruppo di quattro anarchici si era avvicinato al tedoforo e uno di essi era riuscito a strappare la torcia dalle mani della mezzofondista. Lo "scippatore" della fiamma si era quindi dato alla fuga. Ma era stato immediatamente inseguito e fermato quasi in tempo reale dai sei ragazzi che accompagnano la Fiamma nel suo percorso attraverso l'Italia. Ed erano scattati gli arresti.













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