Tempi d’attesa, fissato un massimo di 90 giorni 

Sanità. Previsti accordi con strutture private per garantire le visite in caso di ritardi eccessivi Confermato il sistema trentino « Rao» ma con un tetto anche per le prestazioni non urgenti


Andrea Selva


Trento. Un tetto massimo di 90 giorni d’attesa per le visite non prioritarie, ma anche una nuova procedura che - nel caso in cui le liste d’attesa dovessero allungarsi - prevede che l’azienda sanitaria chieda aiuto ai propri medici (con prestazioni orarie aggiuntive) ma anche a strutture private accreditate per riuscire a smaltire il lavoro arretrato. Sono due fra le principali novità contenute nel nuovo piano provinciale per il contenimento dei tempi d’attesa che la giunta provinciale ha approvato ieri mattina.

Un piano italo-trentino

Il piano approvato dalla Provincia recepisce le indicazioni dell’analogo piano nazionale. Ma in realtà è quest’ultimo che è stato preparato sulla base di quanto già sperimentato in Trentino con il sistema dei Rao, cioè le prenotazioni di visite e prestazioni sanitarie in base all’urgenza. Un sistema - sviluppato dal dirigente dell’azienda sanitaria di Trento, Giuliano Mariotti, il padre dei “raggruppamenti di attesa omogenei”, chiamati appunto Rao - che ora prevede alcune modifiche in senso più restrittivo, per quanto riguarda i tempi, rispetto al piano nazionale.

I tempi d’attesa

L’azienda sanitaria entro 60 giorni dovrà predisporre un programma per attuare le direttive. I pazienti trentini - dopo l’applicazione del nuovo piano - dovranno fare l’abitudine con nuove sigle: la priorità U (urgente, l’ex Rao A) dovrà trovare risposta entro 3 giorni; la priorità B (cioè breve) dovrà essere soddisfatta entro 10 giorni; la priorità D (differibile) dovrà trovare risposta entro 30 giorni. Fin qui cambiano le lettere, ma i tempi sono quelli già applicati in Trentino. Cambierà invece la situazione per le prestazioni P (come programmato, non prioritario) che dovranno essere eseguite entro 90 giorni mentre finora non c’era un limite di tempo massimo. Ma attenzione: parliamo di indicazioni valide per il 90 per cento dei casi, non è escluso quindi che in alcune situazioni i tempi possano allungarsi.

La tutela dei pazienti

In caso di incrementi anomali della domanda di prestazioni sanitarie da parte dei cittadini le direttive nazionali prevedono l’acquisto di prestazioni extra-budget presso strutture private accreditate, ma anche l’utilizzo di prestazioni orarie aggiuntive di medici. Questo avverrà anche in Trentino nel caso di “primi accessi” di priorità urgente, breve o differibile. Infine i medici dovranno sempre indicare nell’impegnativa la diagnosi e anche gli specialisti prescriveranno eventuali prestazioni successive alla prima visita (senza la necessità di rivolgersi al medico di base). L’obiettivo è quello di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini con una corretta gestione dei tempi di attesa, ma anche una maggiore appropriatezza degli accertamenti diagnostici, delle visite e degli interventi terapeutici» ha detto l’assessora alla salute, Stefania Segnana.













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