Tajani: «In Europa serve un’Italia più preparata» 

Il presidente del Parlamento Ue ieri sera al Sociale: «La Merkel e Macron decidono perché noi assenti. Su terrorismo ed immigrazione si cambi passo»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Il tema della serata era senza dubbio impegnativo: “A che cosa serve l’ Europa”? Per cercare di spiegarlo ieri sera Fondazione Caritro ha portato al Sociale il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Appuntamento non colorato politicamente, visto che Tajani era in città nella sua veste istituzionale. Così in platea c’era sì molta Forza Italia (con Michaela Biancofiore affiancata dal neo coordinatore trentino Giorgio Manuali, presente il consigliere Giacomo Bezzi) ma con anche una buona rappresentanza di Pd, tra cui la consigliera Donata Borgonovo Re e l’assessora comunale Maria Chiara Franzoia. Presente, tra gli altri, il neo responsabile delle Dogane Gianni Kessler, con il governatore Ugo Rossi a portare il saluto della Provincia. Tajani, arrivato dritto da Berlino, ha rotto subito il ghiaccio: «Il problema fondamentale dell’ Europa è quello di avere una guida politica. In passato si sono fatte leggi non buone ma abbiamo però goduto di 70 anni di pace. Ora servono riforme: i leader debbono poter decidere. La Brexit è stata uno scossone. Ma ora gli inglesi si accorgono delle conseguenze nefaste. La Ue deve rispondere a tre emergenze: al terrorismo, all’immigrazione ( si deve intervenire subito in Africa). Il terzo problema? E’ l’ economia, la crescita e la disoccupazione giovanile. Si deve rispondere con un bilancio europeo che non deve essere mera redistribuzione delle risorse. Si deve dire con chiarezza su che cosa si vuole puntare. L’ immigrazione non riguarda solo gli Stati a sud, se non c’è una strategia ognuno “resiste” a modo suo. La politica serve su alcuni temi ma il ruolo di alcuni Stati deve uscire fuori : in particolare 4 Paesi debbono mettersi al comando. Sono Germania, Francia, Italia e Spagna. Noi dobbiamo cogliere subito questa opportunità. Non è questione di partiti, se ci guidano solo Francia e Germania la spinta non sarà equilibrata». Sul tema del ruolo del Parlamento Ue: «Non ha iniziativa legislativa, spetta alla Commissione, lo hanno deciso i trattati. Questo è un passaggio che va cambiato, serve una sintesi degli interessi nazionali dentro gli organismi europei. Serve più iniziativa comune. Abbiamo 28 forze armate e fanno tutte le stesse cose. Non ci sono solo le proposte di Macron sul tavolo. Se non contiamo non è colpa della Merkel o del presidente francese. Basta con il meccanismo delle preferenze per andare a Bruxelles. Storicamente noi non contiamo nulla perché non siamo preparati. La politica italiana si preoccupa più di chi fa il sindaco di Rovereto che di quanto avviene nella Ue».















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