«Svolta epocale, per noi nuova stagione» 

I festeggiamenti delle consigliere, il marito di Chiara Avanzo con la carrozzina in Consiglio. E pure qualche uscita infelice 



TRENTO. Abbracci e festeggiamenti delle consigliere pochi istanti dopo il sì incassato dal disegno di legge. Le esponenti del Pd hanno optato per un richiamo color rosso nell’abbigliamento, non imitate da Avanzo e Bottamedi, ma comunque accomunate nella contentezza. Nella foto di gruppo finale, quella grande che appare in questa pagina, si è aggiunta, a sorpresa, l’ex segretaria Pd Giulia Robol, mentre le altre donne presenti in tribuna hanno applaudito convinte: «No, nessuna scorrettezza nel portare avanti questo disegno di legge. Diciamo che i colleghi maschi non hanno controllato con attenzione i cambiamenti che, nel frattempo, abbiamo introdotto con Lucia Maestri. Nei fatti è una svolta epocale che aprirà una nuova stagione nella politica attiva del Trentino» ha detto Manuela Bottamedi.

E una prova provata di come non sia facilissimo per una donna avere un ruolo attivo nella politica la offriva il marito di Chiara Avanzo, Fabrizio Trentin che, mentre la legge incassava il sì finale, spingeva la carrozzina con la loro piccola al piano superiore dell’emiciclo.

Se le donne del Consiglio non nascondevano la propria soddisfazione, Walter Viola non nascondeva invece una certa inquietudine di fronte alle domande di chi lo incalzava su come mai non avesse - fatto che ad un certo punto sembrava pacifico - votato con la maggioranza: «Perché? Perché? E’ un disegno di legge che non ho condiviso sin dall’inizio ed io non sono Machiavelli, non mi muovo seguendo strani disegni. Anzi, se devo dirlo, non è nemmeno il mio autore preferito».

Nel dibattito non sono mancate nemmeno le cadute di stile. Chiara Avanzo ricordava come «mettere una donna a chiudere una lista elettorale sia una prassi, mentre non ho mai sentito domandare ad un uomo di fare da tappabuchi». A quel punto Claudio Cia, Agire, ribatteva: «Forse avresti bisogno di un apparecchio acustico», suscitando la disapprovazione non solo delle donne in aula.

Tantè. Bottamedi–Maestri, se è vero che il fine giustifica i mezzi, sono state scaltre e tenaci sono riuscite dove altre hanno fallito.

Le ha ricordate Donata Borgonovo Re: «Dal 2002 (disegno di legge Cogo) molte hanno portato in Consiglio proposte di legge per l’eguaglianza di genere nelle leggi elettorali. Le ho citate una per una: Iva Berasi, Wanda Chiodi, Margherita Cogo, Marta Dalmaso, Caterina Dominici, Paola Vicini Conci, Sara Ferrari e Franca Penasa. La vittoria di oggi è la vittoria di una grande squadra che ha iniziato a lavorare 15 anni fa, ed ha coinvolto positivamente – l’ho ricordato sempre nel mio intervento- anche i colleghi uomini che hanno portato il convinto contribuito del loro voto favorevole».(g.t.)













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