«Sviluppo globale? Aiutandosi» 

Il convegno. A Lettere esperti a confronto sulla Cooperazione internazionale, ma nessun riferimento ai tagli varati dalla giunta Fugatti Il trentino Claudio Tomasi, rappresentante Onu in Turchia: «Ci sono sfide, come la crescita sostenibile, che si raggiungono solo cooperando»


Daniele Erler


Trento. Le polemiche locali non filtrano fra le aule dell’università, durante il convegno della cooperazione internazionale, iniziato ieri a Trento, al dipartimento di Lettere. Nessuno ricorda pubblicamente che uno degli appuntamenti accademici più importanti in Italia, almeno su questi temi, si svolge quest’anno in un contesto particolare. Ovvero, nella provincia dove la giunta provinciale a trazione leghista ha rivendicato con orgoglio i tagli alla cooperazione internazionale.

Da Trento alle Nazioni Unite

Trento ospita in questi giorni circa 300 studenti, ricercatori, accademici e personalità delle università e delle istituzioni internazionali, provenienti da tutta Italia, ma anche dall’estero. Sono stati accolti ieri dal sindaco di Trento Alessandro Andreatta e dai rappresentanti dell’Università. Nessuno invece a portare il saluto della Provincia, ma forse è solo una casualità. Fra i relatori c’è anche Claudio Tomasi, rappresentante delle Nazioni Unite in Turchia per il programma per lo sviluppo. È trentino di origine: qui è nato e cresciuto. Ha studiato all’Università di sociologia negli anni Novanta, con la tesi preparata dopo un periodo di ricerca a New York. Poi il master a Londra e il lavoro per Amnesty International. Fino all’incarico per le Nazioni Unite, prima in India, poi in diversi continenti. Ora lavora ad Ankara: «Con Trento ho mantenuto comunque un legame e torno ogni anno: le mie radici sono qui – racconta – mi piace confrontarmi con l’esperienza locale». Appunto, l’esperienza locale: cosa ne pensa dei tagli voluti dalla giunta provinciale? «Non posso dare una risposta diretta, perché ho seguito poco la politica trentina negli ultimi tempi, essendo stato fin troppo impegnato in Turchia. In termini generali, posso dire però che la cooperazione internazionale è un elemento fondamentale, se vogliamo davvero raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile».

Agenda 2030

Gli obiettivi sono quelli della cosiddetta “Agenda 2030”, sottoscritta nel 2015 da 193 Paesi membri dell’Onu. Per la prima volta, quasi il mondo intero si era impegnato in un programma d’azione condivisa. Con l’intento di raggiungere gli stessi obiettivi, per una serie di ricadute locali, anche molto concrete. Solo che dopo quattro anni le cose sono cambiate e anche l’avvento dei sovranismi può rappresentare un freno: «In un mondo frammentato, è sempre più difficile portare avanti un’agenda di sviluppo globale – spiega Tomasi –. Ci sono sfide che si possono vincere solo in un contesto di cooperazione internazionale, non isolandosi». Ma c’è il rischio che tutto questo venga avvertito, dalle persone, come qualcosa di distante, di totalmente estraneo rispetto alla vita di tutti i giorni. «È uno dei pericoli principali. Ma è anche il motivo per cui si sta cercando di investire sempre di più nelle campagne di comunicazione. I cittadini devono sapere che sono coinvolti direttamente. È giusto che la società civile possa fare una sorta di vigilanza, per far sì che gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile siano raggiunti davvero».

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