Supplenze: dopo tre anni riaprono le graduatorie

A fine mese i termini per la presentazione delle domande in primarie e superiori In attesa 5000 insegnanti sia abilitati che non abilitati. Ma solo per questa volta


di Francesca Quattromani


TRENTO. A fine mese la riapertura delle graduatorie di istituto per le supplenze delle scuole primarie e superiori. Era attesa da tre anni e, in Trentino, interessa circa 5000 insegnanti.

L'apertura riguarda i termini per la presentazione delle domande di inserimento nelle graduatorie di istituto di 2° e 3° fascia, sia per gli abilitati che per i non abilitati. Sul sito di vivoscuola la procedura attraverso il sito delle istanze del ministero, www.istruzione.it. Le domande per le supplenze riguardano il triennio 2017/ 2018/2019.

Per l'accesso all'insegnamento serve la laurea. Queste graduatorie sono necessarie ai dirigenti scolastici per conferire gli incarichi delle supplenze per i prossimi tre anni. Se un docente manca deve essere sostituito, per garantire la continuità didattica. Nella primaria la supplenza si rende necessaria dopo almeno 5 giorni di assenza del docente che detiene la cattedra, nelle medie e nelle superiori la supplenza scatta dopo 15 giorni. Un'apertura attesa, quella delle graduatorie dei supplenti, date le premesse poste dalla Buona Scuola che poi avrebbero riguardato anche la scuola a livello provinciale. Lo spiega, puntuale, Cinzia Mazzacca di Flc Cgil: «Per un certo tempo sembrava chiaro che il decreto Buona Scuola avrebbe eliminato, per gli insegnanti non abilitati, la possibilità di essere chiamati dai dirigenti scolastici. Pareva che l'abilitazione fosse necessaria anche per le supplenze brevi. La Buona Scuola, in questo caso, avrebbe previsto anche l'istituzione dei necessari corsi abilitanti. Questi corsi, per problemi organizzativi, non sono stati istituiti. In soccorso è arrivato il decreto nazionale milleproroghe il quale permette ancora ai docenti non abilitati di potersi inserire in graduatoria».

Resta però il fatto che, in questi tre anni, 2017/ 2018/2019, la normativa nazionale prevede comunque che un insegnante perfezioni il proprio stato. Chi non è abilitato dovrà quindi frequentare i corsi abilitanti indicati dalla normativa. Il decreto su formazione iniziale ed accesso all'insegnamento, contenuto nella delega della Buona Scuola, prevede l'accesso all'insegnamento con una laurea magistrale specifica, tramite concorso. Si accede quindi ad un triennio durante il quale si acquisisce l'abilitazione all'insegnamento il primo anno e al successivo biennio di tirocinio. Al termine di questo percorso si dovrebbe arrivare all'assunzione in ruolo. «Questo breve il decreto - chiarisce Mazzacca - Ma il decreto prevede anche una fase transitoria ( rivolta ai docenti che sono già abilitati o che non sono abilitati, ma hanno almeno tre anni di servizio) per l'accesso al percorso triennale con una modalità semplificata».













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