Studenti-cavie: 4 giorni senza internet 

Un’iniziativa voluta dal Comune per lasciare il cellulare spento: a base di sveglie all’alba e lunghe passeggiate


di Fabio Peterlongo


TRENTO. Quattro giorni sul Bondone, senza telefono né internet, “prigionieri volontari” in una “bolla di paradiso”. Scollegati dal mondo, quaranta studenti dovranno combattere la noia come si faceva un tempo: interagendo tra loro e con la natura, approfittando dell’occasione rara per “depurarsi” dalla presenza pervasiva degli apparati informatici. Riscoprendo il teatro e persino contemplando il cielo notturno dall’Osservatorio delle Viote. Questo è il senso di “Social Media Detox - Summer Camp”, iniziativa promossa dalle Politiche giovanili del Comune di Trento: giunto alla seconda edizione, il Campo si terrà dal 23 al 26 agosto a Candriai, presso il Centro Formativo Aerat, e vede l’organizzazione di Aisa (Associazione Scienziati Ambientali, dell’Università di Milano Bicocca) e di “Alla ribalta”, associazione trentina per la promozione sociale. Per partecipare bisogna avere dai 18 ai 30 anni e collegarsi al sito www.trentogiovani.it e compilare un questionario entro il 31 luglio: il costo comprensivo di vitto, alloggio, seminari e iniziative è di 100 euro. Saranno selezionati 20 studenti di Milano e 20 di Trento, facendo attenzione a mantenere un equilibrio nel numero di ragazze e ragazzi. Per informazioni è possibile rivolgersi all'indirizzo allaribalta@gmail.com o seguire il canale Telegram @socialmediadetox.

Mark Miller, portavoce dell’iniziativa ed ex studente Bicocca di Scienze ambientali, ne descrive l’origine: «Ci siamo resi conto di come si debba fare qualcosa per combattere la dipendenza tecnologica degli studenti, sempre seduti a studiare e sommersi di notifiche, perennemente collegati alla rete. Abbiamo ideato questa formula: un weekend in montagna per far sfogare gli studenti, ma anche per creare un ambiente favorevole alla concentrazione e allo studio. Il successo tra gli studenti milanesi è stato grandissimo, da quest’anno apriamo anche ai trentini».

Lo shock è assicurato fin dal primo istante: appena lo studente arriva si vede sequestrato il cellulare, che viene poi imbustato e conservato al riparo dalle “tentazioni”. Spiega Mark: «Chiediamo agli studenti di informare fidanzati, docenti e genitori che per quattro giorni non saranno reperibili, ma diamo comunque il numero di telefono del campo per le emergenze». Esiste un solo oggetto tecnologico ammesso, l’orologio: «Tutti devono avere un orologio per essere puntuali alle attività del campo». Nella precedente edizione non ci sono state “crisi di astinenza”, assicura Mark: «Ma dopo qualche giorno molti iniziano a sentire nostalgia della fotocamera, dato che facciamo passeggiate attraverso panorami mozzafiato». Anche il momento della sveglia risulta “complesso”: «Nessuno può usare una sveglia personale. A svegliare tutti ci pensiamo noi operatori, con le care vecchie maniere di una volta». Una volta “scaraventati” amichevolmente giù dalle brande, inizia la giornata, piena di attività: «Chi vuole può studiare, ci sono aree verdi dedicate. C’è il laboratorio teatrale e diversi seminari con l’intervento di esperti, che approfondiranno il tema della dipendenza tecnologica». Centrali saranno le escursioni: «Il sabato faremo il giro delle Tre Cime, servirà il giusto abbigliamento e scarpe adatte. Saranno cinque ore di cammino, una bella passeggiata».

La sera, infine, regalerà agli studenti un’emozione probabilmente inedita, potranno osservare il cielo stellato presso l’Osservatorio delle Viote: «Il venerdì sera ci raggiungeranno due astronomi del Muse, che ci guideranno attraverso la contemplazione del cielo notturno. Staremo seduti ad ascoltare e a raccogliere i pensieri di fronte a quello scenario straordinario». Non solo, ad allietare gli studenti ci sarà una serata “Marshmallow” attorno al fuoco, in puro stile “scout”, ed una serata di ballo sotto le stelle. Mark sottolinea la difficoltà del ritorno al “mondo reale”: «Fa riflettere quanto il cellulare incida sulla qualità delle nostre vite. Al “Camp” tutti partecipano alla creazione di un ambiente positivo. Si vivono quattro giorni in una “bolla di paradiso”».

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