«Software liberi, noi siamo pronti»

L'Azienda sanitaria parte entro il 2012, risparmi per 1 milione e mezzo l'anno


Paolo Morando


TRENTO. Entro il 2012 l'Azienda sanitaria adotterà software liberi: lo garantisce Leonardo Sartori, responsabile del Servizio sistemi informativi. E il risparmio sarà cospicuo: la stima, contenuta in uno studio di fattibilità appena concluso positivamente, è di circa 1 milione e mezzo di euro l'anno. Sono infatti 5.700 le postazioni di lavoro al pc dell'Azienda sanitaria e per ognuna di essa la spesa per le licenze proprietarie dei software Office di Microsoft si aggira attorno ai 600 euro ogni triennio.

E il costo che si renderà necessario per la formazione del personale sarà irrisorio: potrebbero bastare 4 ore per ogni dipendente, in due sessioni da due ore. E comunque, aggiunge Sartori, «credo che nei prossimi anni quei soldi da dare a Microsoft difficilmente ci saranno».  La sperimentazione ha interessato nelle scorse settimane circa 200 dipendenti, e non ha fatto registrare particolari problemi. La «migrazione» al software gratuito di Open Office riguarderà la pressoché totalità delle postazioni: l'ipotesi è di escludere al massimo i 3-4% degli utenti, la cui complessità delle prestazioni richiede il mantenimento del software di Microsoft.

Discorso diverso per Windows, per la cui sostituzione «è ancora necessario un ragionamento, che faremo nel 2012», spiega Sartori. Il sistema operativo andrà comunque cambiato, ed è dunque probabile che ci si orienterà anche in quel caso per il software libero, specie se nel frattempo la migrazione a Open Office sarà stata avviata. È comunque evidente che una scelta così rilevante in termini strategici andrà fatta di concerto con la Provincia. Di qui l'attenzione con cui, anche da parte dell'azienda sanitaria, si guarda al disegno di legge presentato dal consigliere provinciale del Pd Michele Nardelli.

Ma un percorso legislativo, si sa, può contenere mille insidie, a partire dalla lunghezza dei tempi. E il ddl di Nardelli non contiene termini perentori circa i tempi della migrazione. «Mentre per una delibera della Provincia bastano pochi giorni», fa notare Sartori, che da parte sua già ipotizza la creazione di un gruppo di lavoro trasversale a Provincia, scuola e sanità («10-15 persone per 2-3 anni») in grado di formare il personale e, in prospettiva, garantire manutenzione e funzionamento dei nuovi sistemi.

Con il vantaggio, come già faceva notare ieri Fabio Ropelato, dirigente del Servizio informatica del Comune di Rovereto, di offrire opportunità di lavoro e di crescita ad aziende locali.  Un plauso all'iniziativa legislativa di Nardelli arriva anche dalla Uil: «Un'altra proposta, se l'amministrazione la coglierà, nel segno della riqualificazione della spesa pubblica e dei tanti risparmi possibili nel bilancio provinciale», afferma in una nota il segretario confederale Walter Alotti, che peraltro indica un altro nutrito elenco di risparmi possibili per la Provincia: ufficio stampa, le politiche «pantirolesi» di Panizza, i finanziamenti alla scuola privata e gli stanziamenti a fondo perduto per ristrutturazioni di edifici del patrimonio della Curia.













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