trento

Siccità: guerra per l’acqua tra Veneto e Trentino

Ieri vertice dell’Osservatorio sul bacino dell’Adige: situazione di pre-allarme . L’assessore della giunta Zaia, Bottacin: «Dobbiamo pensare alle campagne»


di Francesca Quattromani


TRENTO. «C’è una legge. Il Trentino Alto Adige la deve rispettare». Non ammette repliche l’assessore all’ambiente del Veneto Gianpaolo Bottacin. «Risolta, per il momento, l’emergenza siccità degli acquedotti, ora dobbiamo pensare alle campagne. L’agricoltura è in forte sofferenza e, come dice il decreto legislativo 152 del 2006 all’articolo 167, dopo il potabile si deve pensare alle campagne». Il decreto viene scandito più volte dall’assessore della giunta Zaia, dopo l’ennesima riunione, ieri, all’autorità di bacino a Trento. L’Osservatorio ha rilevato una portata sufficiente a san Lorenzo e in foce d’ Adige a Boara Pisani. «Valori nella norma - dice il dirigente di Aprie Fabio Berlanda - La soglia di attenzione resta alta, in Trentino. Restano le ordinanze anti spreco già emesse da alcuni Comuni. Le riunioni dell’Osservatorio sono settimanali per capire come comportarsi nelle prossime settimane». Alla riunione di ieri, ai tecnici della regione Veneto sono stati chiesti nuovamente i dati sulla possibile dispersione di acqua. Nei mesi scorsi, infatti, non tutta l’acqua dell’Adige prevista dopo i rilasci era effettivamente andata ad alimentare gli acquedotti del Veneto. «I dati sono già pubblicati dall’agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto, Arpav - risponde subito Bottacin - La questione non è se il Trentino Alto Adige può o non può dare l’acqua. La deve dare, punto. E quand’anche fosse che, nei mesi scorsi, le campagne avessero attinto dai maggiori rilasci in Adige, sarebbe comunque previsto dalla legge. Dopo l’emergenza acquedotti c’ è quella per il sostegno all’agricoltura. Ricordo, comunque, che l’acqua può essere assorbita dal letto del fiume, dalle falde sotterranee. Sono mesi che chiedo un incontro politico per risolvere la questione». I bacini trentini però languono. «In Veneto abbiamo frenato la produzione dell’ idroelettrico, in inverno. Il Trentino Alto Adige ha fatto una scelta diversa». Il tavolo politico era fissato la prossima settimana, in realtà pare che non possa avere luogo nemmeno questa volta, a causa di precedenti impegni per parte trentina. Al vaglio ci sono il razionamento dell’acqua al Veneto e l’aumento dei rilasci dei bacini idroelettrici. In Veneto è forte il disappunto per come viene condotta la partita. In Trentino si fanno i conti con maggio che ha rinforzato le falde, ma non ha risolto il problema delle riserve che non ci sono e che mettono in grande difficoltà proprio l’agricoltura, anche a queste latitudini.













Scuola & Ricerca

In primo piano