Si è spento padre Frumenzio Ghetta

Aveva 94 anni: grande studioso, ha risolto il «mistero» dei confini della Marmolada. Domani nella sua Vigo i funerali


di Valentina Redolfi


VIGO DI FASSA. Padre Frumenzio Ghetta de Martin di Vigo di Fassa è morto. Non c’è più, ma una cosa è certa: non verrà dimenticato e ciò che ha fatto rimarrà vivo e importante per sempre. “L Chimpl da Tamion” (così firmava le sue poesie) si è spento serenamente nella notte fra il 21 e il 22 aprile, all’età di 94 anni nel letto dell’infermeria dei Frati Francescani a Trento, dove risiedeva da molti anni ormai, con un po’ di nostalgia per la sua amata Val di Fassa. Umile e intelligente egli ha dedicato la sua vita agli altri, ai malati e ai bisognosi, ma è stato anche uno storico di grande rilievo, il più importante della Val di Fassa e uno dei più grandi a livello regionale. É stato un profondo conoscitore degli archivi di tutta la Regione, nei quali ha trascorso molto del suo tempo e nei quali ha fatto venire alla luce, ha letto e trascritto documenti fondamentali per la storia della sua terra, la Val di Fassa, ma anche per il Trentino Alto Adige e il Tirolo. É stato grazie a Padre Frumenzio se il Trentino ha definito i confini della Marmolada a proprio favore dopo decenni di diatriba con Belluno: per i confini egli si è recato anche negli archivi di Vienna, ed è stato ancora lui a trovare i documenti originari dell’Aquila di San Venceslao, stemma di Trento e del Trentino. E ancora a lui dobbiamo le numerose ricerche negli archivi di molte chiese trentine (ultima quella di Alba di Val di Fassa), archivi nei quali sono stati trovati documenti riguardanti la storia di intere comunità.

Padre Frumenzio era tutto questo e anche di più, una persona sempre disponibile e positiva, brillante e di grande umanità. Lascia il fratello Bruno e la sorella Carmen con le loro famiglie: «Ha sempre voluto un gran bene a tutti i nostri figli che lo hanno sempre chiamato “zio Tonin” (dal nome di battesimo Antonio) - dicono i familiari - Ci voleva bene e noi ne volevamo a lui, andavamo a trovarlo spesso. Ma era affezionato soprattutto alla “sua” Val di Fassa. Negli ultimi tempi si sentiva debole, diceva “sarà la primavera” e poi si è spento serenamente. Ci mancherà».

Padre Frumenzio è stato ricordato da molti in Val di Fassa. «Se n’è andato sulle orme del Signore e ha aspettato che finisse la Pasqua», ha detto il presidente del Comun general de Fascia Cesare Bernard che ha avuto l’onore di poter lavorare con lui soprattutto negli ultimi anni. Il professor Bernard ricorda Padre Frumenzio come «un uomo di fede e di storia. Ha lavorato molto tempo per la storia della Val di Fassa e dell’intera regione. Ha dedicato tempo, costanza e pazienza alla ricerca storica e ha compiuto una grande opera di trascrizione di antichi documenti che sapeva leggere come il ladino o l’italiano. Molti di questi documenti – dice ancora Bernard – li spediva ai diretti interessati affinché venissero letti e presi in considerazione. Ci teneva che la gente sapesse e non dimenticasse la propria storia, quella storia che attraverso la sua ricerca è ritornata a vivere. E’ uno dei padri della nostra terra e patria ladina, ha saputo guidare i fassani a scoprire la propria storia».

Parole di cordoglio sono giunte dall’Union Autonomista Ladina e dall’Associazione Fassa, e anche dal presidente dell’Union di Ladins, Fernando Brunel che ha detto: «Oltre ad essere un fedele servitore dell’ordine dei Francescani, è stato un grande studioso. Ha sfatato precedenti studi storici sulla storia e la cultura del nostro antico popolo delle Alpi. È stata uno dei nostri grandi poeti e i suoi insegnamenti e i suoi scritti saranno fonte da attingere e punto di riferimento per tutte le generazioni future». Cordoglio anche dal presidente del consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, e dal presidente della Provincia, Ugo Rossi.

Il funerale, da sue ultime volontà, si terrà presso la Pieve di San Giovanni alle 14.30.

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