Sci, un’altra stagione da record 

Turismo. Poca neve (naturale) ma il sole fa superare agli impiantisti i risultati dell’anno scorso: segno più per Skirama e Dolomiti Superski La beffa delle aree sciistiche austriache, penalizzate dalle nevicate troppo abbondanti. Sulle Dolomiti orientali effetto negativo del vento


Andrea Selva


Trento. Lo sci chiude la stagione con numeri da record, con buona pace di chi ne celebra periodicamente il funerale ma anche di chi ne evidenzia i problemi di sostenibilità nell’era del riscaldamento globale. Parliamo naturalmente di skipass e passaggi e non dei costi sostenuti dagli impiantisti per la produzione (sempre più massiccia) di neve artificiale e delle difficoltà (sempre maggiori ) delle località poste alle quote più basse. Le somme - dicono gli impiantisti - si tirano a fine stagione, soprattutto quest’inverno che - per quanto riguarda lo sci - sarà orfano della Pasqua che cadrà a primavera inoltrata, ma i primi dati del 2018-2019 indicano una tendenza chiara: a fine marzo i passaggi sugli impianti di risalita hanno superato quelli della stagione precedente, che già aveva registrato risultati senza precedenti.

L’effetto bel tempo

Per quanto possa sembrare paradossale, la scarsità di neve non ha penalizzato in particolar modo gli impiantisti che - grazie alla nevicata di fine gennaio, praticamente l’unica - hanno potuto contare sul panorama invernale ma anche su una serie di giornate di sole che hanno favorito l’arrivo degli sciatori. «Fino ad oggi il 78% delle giornate di apertura degli impianti sono state di bel tempo, cioè senza precipitazioni e nebbia mentre lo scorso anno lo stesso dato si fermava al 60 per cento e questo ha avuto sicuramente un influsso sui risultati» spiega Diego Clara di Superski Dolomiti. E mentre sulle Dolomiti splendeva il sole le precipitazioni eccezionali che si sono verificate sui versanti austriaci hanno penalizzato le aree sciistiche al di là del Brennero che hanno dovuto chiudere alcune giornate per neve e hanno avuto difficoltà nella viabilità. Qualche problema sulle Dolomiti orientali l’ha creato il vento che in alcune giornate ha comportato la chiusura di vari impianti con la perdita, quindi, dei passaggi degli sciatori.

I risultati di Skirama

Il segno positivo caratterizza comunque i bilanci provvisori dei due grandi comprensori sciistici presenti in Trentino: Dolomiti Skirama per la zona occidentale (che comprende Pinzolo, Campiglio, Folgarida Pejo, Tonale, Paganella, Bondone e Folgaria) e Dolomiti Superski, che comprende 12 grande aree sciistiche dolomitiche tra cui le aree di Fiemme, Fassa e San Martino-Rolle nel Trentino orientale. In questo secondo caso i risultati sono stati meno positivi (ma comunque in aumento rispetto alla stagione record 2017-2018) a causa del vento che ha provocato la chiusura degli impianti in alcune giornate. Skirama ha fornito complessivamente dati che indicano un aumento del +7,79 per cento degli incassi per la vendita degli skipass (un risultato largamente superiore all’aumento legato all’inflazione stabilito per i listini a inizio stagione); un aumento del 5,82 per cento dei passaggi (la quantità di corse sugli impianti effettivamente effettuate dagli sciatori) e del 4,52 per cento dei primi ingressi (la quantità di sciatori che sono andati a sciare). I dati si riferiscono all’intero consorzio e solo un’analisi dettagliata dei risultati nelle singole aree potrà evidenziare le difficoltà delle località meridionali del Trentino (Folgaria e Bondone in particolare) in stagioni particolarmente avare di neve e con temperature elevate.

Aumenta anche Superski

In questo caso i primi ingressi sono aumentati dello 0,1% mentre i passaggi sono stati superiori dell’1,6% rispetto all’anno record 2017-2018. Le giornate di sci vendute (numero di skipass venduti moltiplicato per le giornate di validità degli skipass stessi) fanno registrare un +1,1%. Ma confrontando questi dati con la stagione 2013-2014 – in c ui la Pasqua cadeva in un periodo paragonabile a quello di quest’anno - gli aumenti dei primi ingressi sono del 9 per cento mentre gli aumenti dei passaggi sono del 16,9 per cento. Buone notizie (per gli impiantisti) sul fronte degli stagionali che hanno registrato un aumento dell’1% (stagionale Superski) e del 3% (stagionale delle singole aree sciistiche di valle). Un dato che conferma la voglia di sciare della popolazione residente che rappresenta la grande maggioranza della clientela stagionale.













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