Sant’Orsola, fuga di gas e fiamme nell’azienda 

Riuscita la simulazione dei vigili del fuoco nello stabilimento della cooperativa Affrontato anche il pericolo di intossicazione per la fuoriuscita dell’ammoniaca


di Roberto Gerola


PERGINE. Allarme doppio e duplice simulazione di calamità pubblica, ieri mattina, allo stabilimento di Zivignago della Coop Sant’Orsola Piccoli Frutti.

La situazione più delicata è stata quella relativa alla fuga di gas di ammoniaca dall’impianto di refrigerazione delle celle a temperatura controllata posto sul retro della struttura (lato torrente Fersina). L’altra ha invece riguardato l’incendio della catasta con i cassoni per le mele posta nel piazzale davanti (lato strada provinciale sul davanti).

«Intervento assolutamente delicato - spiegava ieri il comandante dei vigili del fuoco Claudio Casagrande, intervenuto assieme al suo vice Michele Pompermaier - perché la simulazione interessava la fuga di ammoniaca. L’impianto comprende sedici quintali di ammoniaca e la cooperativa, per legge, deve avere due dipendenti esperti in materia e la dotazione necessaria. Per questo da tempo intendevamo procedere con una simulazione per testare la nostra e la loro preparazione in caso di calamità».

Una quarantina i vigili del fuoco volontari intervenuti ieri mattina nelle due operazioni, e con loro anche alcuni allievi, oltre naturalmente gli automezzi necessari: sei compresa la nuova piattaforma, l’autobotte, ed altri mezzi.

La simulazione per la fuga di gas ha visto i volontari allestire le docce per il lavaggio dei volontari con la tuta arancione specifica per le operazioni in caso di fuga di gas; la squadra, insieme ai due dipendenti della Coop, ha provveduto a recuperare un operaio intossicato (per finta) e quindi a individuare il punto dove era partita la fuga di gas. La esercitazione è stata ripetuta un paio di volte per appurare lo svolgimento dei protocollo in questi casi di emergenza. Il tutto si è svolto nel piazzale della cooperativa, sul retro, sul quale si affaccia l’entrata che porta alle celle e all’impianto.

Nel frattempo, nella parte davanti dello stabilimento, con l’ausilio di alcuni idranti, sprigionati da terra ma anche dai circa trenta metri della “piattaforma” aerea, si provvedeva a spegnere l’incendio dei cassoni in plastica. L’acqua necessaria è stata recuperata dal vicino corso del torrente Fersina: una squadra ha installato una moto pompa per pescare l’acqua e trasportarla con le manichette nel piazzale antistante, collegarla all’autobotte e quindi farla arrivare ai vigili che hanno così potuto spegnere le fiamme.

L’operazione è perfettamente riuscita e durante l’intervento il vicecomandante Pompermaier, con i capisquadra, ha illustrato l’operazione e mostrato il funzionamento dell’attrezzatura impiegata.













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