Ritorno alle urne? Il centrodestra può andare sul velluto 

Nel (probabile) caso di nuove elezioni per le dimissioni delle parlamentari leghiste l’esito sembra già segnato


di Luca Petermaier


SEGUE DALLA PRIMA PAGINA. È solo un confronto di voti, diciamolo subito. Un confronto tra i risultati di due coalizioni che non sono più nemmeno omogenee poiché da marzo (politiche) a ottobre (amministrative) il centrosinistra ha imbarcato Futura2018 ma ha perso per strada il Patt. Ma in uno dei probabili collegi in cui nei prossimi mesi si tornerà a votare per le elezioni supplettive (quello di Rovereto che ha eletto l’onorevole Vanessa Cattoi destinata, a quanto pare, a rimanere in Trentino per sedersi nella giunta provinciale) la partita sembra già chiusa in partenza. In pochi mesi (dal 4 marzo al 21 ottobre) nelle tre comunità di valle che compongono il collegio (Giudicarie, Vallagarina e Alto Garda e Ledro) il centrodestra ha ulteriormente rafforzato il già solido risultato delle politiche, rendendo, nei fatti, la competizione priva di pathos. La politica insegna che tutto è possibile, ma per disperdere un simile patrimonio di consenso da qui alla primavera servirebbe davvero un cataclisma. O un suicidio del centrodestra. E a questo proposito il centrosinistra trentino che - come è noto - di suicidi politici se ne intende, bene farebbe, fin d’ora, a cercare un candidato forte e soprattutto a rimettere assieme i cocci di una coalizione ferita dalle liti interne e dallo strappo con il Patt. I numeri, però, non hanno colore e quelli che leggete in questa pagina sono (per il centrosinistra) abbastanza impietosi.

Nel collegio elettorale di Rovereto (per giunta uno di quelli storicamente favorevoli al centrosinistra e al Pd in particolare) la coalizione ha ulteriormente perso in pochi mesi migliaia di voti. Qualche cifra: nell’Alto Garda e Ledro il centrodestra passa dal 34,99% delle politiche di marzo al 37,05% delle amministrative dell’altro giorno. Il centrosinistra invece si attestava sul 28,65% con il Patt in coalizione (che valeva il 2,6%) e ora precipita al 22,13%, con un calo - come si vede - che va ben oltre la sottrazione aritmetica dei voti autonomisti.

Discorso analogo per la comunità di valle delle Giudicarie, dove il centrodestra schizza dal 46,54% delle politiche al 60,44% delle amministrative, mentre il centrosinistra passa dal 29,06% (con un Patt che valeva il 4,9%) delle politiche ad un misero 20,17% del 21 ottobre.

Infine il collegio numericamente più importante (quello della Vallagarina, con la città di Rovereto). Nemmeno qui la musica cambia tanto: centrodestra in crescita forte (dal 36,47% al 44,79%) e centrosinistra che tiene i suoi voti ma rimane a distanze siderali dagli avversari: era al 30,03% a marzo (con un contributo coalizionale del Patt che valeva il 4%) e scende al 27,10% (senza Patt) nel voto delle amministrative.

Come detto, si tratta di una semplice analisi aritmetica che gli elettori (qui come in altri collegi dove eventualmente si tornerà al voto) potranno smentire. Ma c’è un ulteriore elemento da considerare: cosa farà il Patt alle supplettive? A sorpresa potrebbe pure sostenere il candidato del centrodestra. E a questo punto, sull’esito finale del voto, non si accettano più scommesse.















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