Rifugiati sul Doss Trento «Faranno da custodi» 

Franzoia ha incontrato la circoscrizione. Ferigolli (Lega) attacca: «Atto ignobile ci costerà di più». Zannini (Altra Trento): «Progetto coraggioso ma va integrato»


di Daniele Peretti


TRENTO. La scelta del Comune di affidare la custodia del Doss Trento al Centro Astalli e a quattro richiedenti asilo per i prossimi tre anni è stata oggetto di discussione ieri in consiglio di circoscrizione, dove ieri sono intervenuti la vicesindaco Maria Chiara Franzoia e alcuni operatori di Astalli. «Venite a decisione già presa», la contestazione mossa da Daniele Condini del Patt, ma la questione principale è stata quella della modalità d’assegnazione. La prima proposta è stata fatta ai dipendenti comunali ai quali è stato proposto lo stesso mansionario in corso col precedente custode, indagine che non ha avuto nessun riscontro: «A quel punto abbiamo avuto un contatto diretto col Centro Astalli – ha spiegato Franzoia – al quale dovevamo proporre un mansionario di estrema semplicità per non far rientrare le mansioni richieste in un ambito lavorativo, quindi retribuito, ed abbiamo indicato come compiti quello dell’apertura e chiusura dei cancelli, la pulizia dei bagni e della sala didattica, lo svuotamento dei cestini nell’area attigua al monumento e la segnalazione di eventuali guasti, presenze sospette o situazioni similari. In cambio i quattro ragazzi tra i 20 e i 29 anni che hanno concluso l’iter di riconoscimento di rifugiato, avranno l’alloggio gratuito con le utenze pagate dal Centro Astalli. Tutte le altre mansioni precedentemente assegnate al custode che alla mattina lavorava per il Comune e al pomeriggio sul Doss Trento, saranno integrate dal Comune stesso». In pratica il percorso di integrazione privato-sociale è iniziato dopo non aver ottenuto nessun riscontro da parte dei dipendenti comunali, ma nemmeno dalle associazioni, in primis l’Ana che ha giudicato troppo onerosa una presenza h24 e si realizzerà con l’attività alternata di quattro ragazzi, con una sola presenza notturna garantita che comunque continueranno a prendere parte a corsi, tirocini o ad altre attività. Martina Margoni del Gruppo Misto ha contestato la diversità delle due proposte presentate. Francesco Ferigolli della Lega: «Quella di affidare la custodia di un monumento storico simbolo della nostra città a persone che nulla hanno a che spartire con la nostra storia è un atto ignobile e che finirà per costare di più rispetto alla situazione precedente dal momento che tutto quello che non faranno i quattro ragazzi, andrà comunque fatto dal Comune». «Progetto coraggioso, ma da integrare», la definizione data da Jacopo Zannini de L’Altra Trento. Dal pubblico sono intervenuti i rappresentanti di Casapound: «Questa non è una scelta di unità come lo sarebbe lo spirito del monumento, ma un atto che divide», mentre il Comitato di Piedicastello ha sottolineato l’importanza di un presidio necessario per la sicurezza delle case confinanti. L’ultima precisazione di Franzoia: «Non si tratta di certo di persone ristrette o confinate: abiteranno sul Doss Trento, avranno dei compiti specifici, ma anche una loro vita che li permetterà di allontanarsi anche per più notti».













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