Regione, prime nomine a rischio ricorsi 

Slitta di una settimana il varo della giunta ma in Ufficio di presidenza la parità di genere viene (volutamente) accantonata 


di Gianpaolo Tessari ; w


TRENTO. La giunta regionale nascerà mercoledì prossimo e sarà composta da (almeno) sei membri. Ieri in Consiglio non si è riusciti a chiudere la partita ma le tre ore (con diverse pause per riunioni ristrette) trascorse in aula dai 70 eletti tra Trento e Bolzano non sono trascorse invano. Ma si portano in dote anche il rischio di ricorsi sulle uniche nomine fatte, tutte maschili.

LA STAFFETTA TIENE.

Vediamo. Le seduta di ieri ha raccontato della difficoltà di innestare contenuti in un ente che, da decenni, a nord di Salorno, vorrebbero tenere vivo solo per onore di firma. Il programma di legislatura della Regione è ancora un punto di domanda e ieri nella capigruppo si è detto che le riunioni d’aula di quest’organismo dovrebbero essere limitate ad una manciata ogni anno. La mattinata in aula ha pure rispolverato le regole della politica etnica con Arno Kompatscher che si dovrà dotare di un vicepresidente di lingua tedesca da affiancare a Maurizio Fugatti nei primi due anni a mezzo di presidenza della Regione. Da qui il rinvio di una settimana. La soluzione che si profila è quella di cooptare nel ruolo una donna, una assessora della giunta provinciale di Bolzano, che avrà il vantaggio di mantenere la proporzione tra italiani e tedeschi e che non dovrà percepire un secondo stipendio oltre a quello che già riceve.

FORZA ITALIA SORRIDE.

Ma l’escamotage è salutato con favore anche da Fugatti che, con questa soluzione, potrà inserire in giunta regionale i due esponenti della sua maggioranza sino ad ora rimasti esclusi da qualsivoglia ruolo di governo, ovvero Claudio Cia (Agire) e il consigliere di Forza Italia Giorgio Leonardi, tornato sulla cresta dell’onda a seguito dell’ accordo tra i berlusconiani e la Svp per le elezioni europee di maggio. Ed i maligni osservano che la faccenda della giunta tornata a sei e l’accordo in questione non paiono proprio due casualità.

Ricapitolando, ad oggi, la giunta regionale è, sarebbe, composta da Arno Kompatscher, Maurizio Fugatti, una assessora provinciale di Bolzano (Maria Hochgruber Kuenzer o Waltraud Deeg), il ladino Manfred Vallazza, Claudio Cia e Giorgio Leonardi.

Secondo alcuni il sestetto da qui a mercoledì prossimo rischia di diventare addirittura un settebello se dovesse essere inserita anche una consigliera bolzanina della Lega, in quel caso Rita Mattei.

Ma gli spunti che escono dal Consiglio regionale non sono finiti, anzi.

LEGA BULIMICA.

La partita per la composizione dell’Ufficio di presidenza, le uniche cariche alla fine votate ieri, dicono che la Lega trentina ha tutta l’intenzione di (continuare a) fare la parte della vincitrice, piazzando Alessandro Savoi e non lasciando indietro nessuna poltrona esigibile.

PATT DI GOVERNO.

Ma ribadisce anche la difficoltà delle minoranze a parlare in modo proficuo tra loro: la destra ed il centrosinistra, senza scordare il M5s, hanno messo sul tavolo piatti a raffica. Ugo Rossi, Patt, si è presentato nella riunione di maggioranza ed ha detto che il partito sostiene la Regione per continuità e alleanze con la Svp. Con l’occasione Rossi ha provato a chiedere anche un posto per Lorenzo Ossanna in Presidenza. Nessuna risposta.

Poco prima di aprire le urne è stata posta la questione della rappresentanza di genere nell’Ufficio in questione, non prevista da una legge specifica ma - si è detto – auspicata dai tempi. In corsa, quindi, Sandro Repetto (Pd) aveva lasciato la proprio candidatura a Lucia Coppola (Futura 2018). Tutto bene? Macchè.

DISPARITÀ DI GENERE.

Nell’Ufficio di presidenza non sono entrate né donne né alcun esponente di centrosinistra: la Svp ha votato il proprio consigliere Helmut Tauber (14 voti), con il centrodestra trentino attento a distribuire in modo certosino i propri voti su Savoi (17 le schede per lui) e Alessandro Urzì (13 voti) tanto per fare saltare il piatto. E a quel punto Lucia Coppola, con 11 voti è rimasta al palo. E con lei la questione di genere ed il centrosinistra. Ora eventuali ricorsi potrebbero tenere sub judice le scelte. Mercoledì prossimo altri nomi. Forse anche dei programmi.













Scuola & Ricerca

In primo piano