Rachel Kolly d’Alba per la “Serenata” di Leonard Bernstein

La violinista svizzera sul palco con lo Stradivari del 1732 «Adoro suonare, è la realizzazione della mia vita»


di Daniela Mimmi


di Daniela Mimmi

Con i suoi lunghi capelli rossi, il fisico slanciato per un metro e ottanta di altezza, la pelle di porcellana, Rachel Kolly d’Alba potrebbe essere un’attrice o una modella. Invece è una delle violiniste emergenti più apprezzate in questo momento. Sarà lei a suonare il violino nei prossimi cinque concerti dell’Orchestra Haydn, questa volta diretta da Daniel Kawka: oggi alla Kulturhaus Luis Trenker di Ortisei, domani all’Auditorium di Bolzano, dopodomani in quello di Trento (Auditorium, ore 20.30), e quindi due concerti al Teatro Dal Verme di Milano, il 7 e il 9 novembre. In programma ci sono Musica Celestis per orchestra d’archi di Aaron Jay Kernis, Serenade per violino e orchestra di Leonard Bernstein e la Sinfonia n.2 di Ludwig van Beethoven. Rachel Kolly d’Alba viene dalla Svizzera dove, a soli 15 anni ha ottenuto il diploma al Conservatorio di Losanna. Come solista ha collaborato, fra l’altro, con la BBC Philharmonic Orchestra, l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana di Lugano, l’Orquesta Sinfonica de Sevilla, l’Orchestra della NHK di Tokio, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino. Ha suonato con la Bournemouth Symphony Orchestra, l’Orchestra della WDR di Colonia,l’HR-Sinfonieorchester di Francoforte e l’Orchestra Filarmonica di Rotterdam. L’ultimo CD, American Serenade, con musiche di Waxman, Gershwin e Bernstein ha già ottenuto il Supersonic Award di «Pizzicato», cinque stelle di «Diapason» e cinque stelle sul «BBC Music Magazine».

«Il violino mi affascina fin da bambina: è l’unico strumento che si suona vicino al cuore» dice Rachel Kolly d’Alba. Adesso vive sul lago di Ginevra, con la figlia e il suo Stradivari del 1732. Le chiediamo come è iniziato il suo amore per il violino. «Praticamente a un anno. Mio padre faceva il giornalista e un giorno mi portò alla radio di Losanna dove c’era un concerto sinfonico. Il mio amore per il violino è iniziato lì, è stato un colpo di fulmine. Da quel momento ho cominciato a ossessionare i miei genitori che me lo comprassero. Ci ho messo un po’, ma a 5 anni avevo il mio primo violino».

Perchè le piace tanto?

«Perchè quando si suona è a contatto con il corpo. E poi mi piace il legno e mi piace il suo suono, che è una voce, anzi mille voci dai mille colori. E infine, perchè è uno strumento molto elegante».

Ci parla di Serenade, che eseguirà con l’Orchestra Haydn?

«È un pezzo molto intenso e molto difficile, anche se fa parte della colonna sonora di West Side Story. Trae ispirazione dal “Simposio” di Platone e vuole rappresentare in musica il dialogo filosofico di alcuni ateniesi su Eros, il dio dell’Amore. Mi piace molto perchè in certi punti è molto sanguigno, corporeo, riproduce il battito cardiaco».

E dell’Orchestra Haydn, cosa ne pensa?

«È eccezionale, ma lo sapevo già perchè il mio agente è di Milano e quando mi ha proposto questa orchestra mi ha detto che è di altissimo livello. Sono all’altezza delle mie aspettative e con loro si è creato un bel feeling».

Che cosa le dà suonare il violino e cosa vuole trasmettere al suo pubblico?

«Suonare il violino è la realizzazione del sogno della mia vita. Mi piace suonare con l’orchestra ed essere circondata dalla musica. Al pubblico non ci penso, sono troppo concentrata. Ma spero che senta, oltre che con le orecchie, anche con il cuore e con il corpo. E che apprezzi i dettagli. Ha presente il Duomo di Firenze? A un certo punto, guardando in alto si perdono i dettagli. Ma sono quelli che creano l’armonia, anche se non ce ne accorgiamo».

La bellezza, il carisma, la personalità servono nella musica classica?

«Secondo me no, a meno che una non voglia fare la pop star, cosa che non mi interessa e non ho neppure più l’età. Quando ero molto giovane ci hanno provato, ma non ci sono riusciti».













Scuola & Ricerca

In primo piano