«Progettone, smantellano il welfare trentino» 

Olivi: «La giunta non tagli risorse ai più deboli». I sindacati: «Fatti sacrifici. L’assessore si confronti»



TRENTO. «Non ha senso annunciare le riforme partendo dall’assunto che si debbano ridurre le risorse. Investire sulla formazione e sulle politiche attive del lavoro è giusto: la giunta trovi le risorse senza toglierle ai più deboli». L’ex assessore al lavoro Alessandro Olivi (Pd) interviene così sui tagli al Progettone annunciati dal suo successore Achille Spinelli. «Si preannuncia una operazione di gelido e ragionieristico smontaggio di un sistema di welfare che ha reso il Trentino più giusto e coeso - commenta Olivi - la fregola di annunciare cambiamenti sospinti dall’intervento centralistico dello Stato o da inverosimili previsioni di crescita economica che ridurrà la perdita del lavoro nasconde in realtà un’operazione di retroguardia che rischia di creare meno comunità e più insicurezza sociale. Il sistema dei lavori socialmente utili, che di certo va costantemente innovato, produce a beneficio del territorio e del sistema degli enti locali una concreta risposta sul fronte della valorizzazione dei beni comuni e dei servizi alla persona». «Togliere ai progetti dei lavori socialmente utili - conclude - significa anche lasciare più soli i Comuni». Dura anche la reazione dei sindacati, spiazzati dalle parole di Spinelli: «E' la prima volta in tanti anni che un esponente istituzionale fa dichiarazioni così delicate direttamente agli organi di stampa, bypassando ogni confronto con le parti sociali - dicono i segretari di Cgil Cisl Uil Ianeselli, Pomini e Alotti insieme ai segretari delle categorie che seguono il comparto Maurizio Zabbeni, Fulvio Bastiani e Fulvio Giaimo - in questo modo si dimostra di non avere rispetto per il metodo concertativo che ci ha permesso di costruire, istituzioni e parti sociali insieme, un welfare innovativo che non ha eguali in Italia». «Non abbiamo mai pensato il Progettone come un totem immodificabile, lo abbiamo dimostrato tre anni fa quando abbiamo rinnovato un contratto difficile per i lavoratori, ma che avrebbe permesso un maggior numero di ingressi. Se la crisi economica si esaurirà, e non ne siamo certi, è ovvio che ci saranno meno disoccupati e dunque siamo pronti a confrontarci su altre misure di politiche attive». I sindacati ricordano che Progettone e Intervento 19 sono misure destinate a target diversi: il Progettone ai disoccupati anziani vicini alla pensione, l'Intervento 19 a persone disagiate. «In entrambi i casi sono lunghe le liste d'attesa. Se ci sono risparmi la giunta apra una riflessione sulla platea dei beneficiari. A giugno scade il contratto e servono risorse per garantire un rinnovo dignitoso che recuperi quando lasciato sul campo tre anni fa».













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