Progetto “accoglienza” per i piccoli pazienti 

Sempre più bambini a Trento per le nuove cure: «Dobbiamo andare oltre l’assistenza sanitaria»



TRENTO. Offrire ai piccoli pazienti del Centro di protonterapia di Trento occasioni di intrattenimento, apprendimento e gioco, ma anche la possibilità di stare in città con la propria famiglia durante la terapia che può durare anche per un paio di mesi. Ecco l’accordo di collaborazione firmato ieri dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari, dal Comune, dal Muse e dal Conservatorio Bonporti che parteciperanno ognuno per quanto di propria competenza: il Comune con la biblioteca, il Muse con i propri divulgatori scientifici, il conservatorio con la musica, ma è stata coinvolta anche la Provincia che metterà a disposizione personale insegnante che (in accordo con le scuole di provenienza dei piccoli pazienti) garantiranno le lezioni.

«È un momento importante per il centro della Protonterapia – ha detto il direttore dell’Azienda sanitaria Bordon – la struttura sta crescendo come numero di pazienti e vi è ora l’esigenza di attivare iniziative per offrire ai nostri pazienti e ai loro familiari un qualcosa di più che non sia solo la prestazione sanitaria ma un sistema di accoglienza e di offerta che va al di là del loro problema di salute».

All’accoglienza dei piccoli pazienti di Protonterapia partecipano anche alcune associazioni di volontariato (27 giugno, Agop, Lene Thun e Lilt) che organizzano attività ricreative e formativa, ma si occupano anche di problemi materiali come l’accoglienza in città di famiglie che - al di là della grave situazione clinica dei propri figli - possono incontrare grosse difficoltà nel trovare (e pagare) un alloggio.

Alla firma dell’accordo sono intervenuti anche Marco Andreatta (presidente del Muse), Paola Saiani (vice presidente del Conservatorio) e Giorgio Antoiacomi (dirigente dei servizi bibliotecari del Comune di Trento).















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