Precipita dall’impalcatura e muore 

Tragedia a Molina di Fiemme. Neculai Minac, 63 anni, è la dodicesima vittima sul lavoro da inizio anno: è caduto da 10 metri, inutili i soccorsi Era arrivato ieri da Fidenza per lavorare alla nuova struttura del pastificio Felicetti. I sindacati: «Un’ora di sciopero, non si può morire di lavoro»


Mara Deimichei


Trento. Si chiamava Neculai Minac, aveva compiuto 63 anni poco più di un mese fa e ieri ha perso la vita nel cantiere di Molina di Fiemme, quello per il nuovo stabilimento del Pastificio Felicetti. È caduto da 10 metri e la corsa dei soccorritori è stata inutile: i traumi riportati erano troppo gravi, e nessuno poteva restituire la vita a quell’uomo partito ieri mattina da Fidenza per lavorare. «Di lavoro non si deve morire» è l’urlo dei sindacati di Cgil, Cisl e Uil che per Neculai e per tutte le persone che, anche in Trentino, hanno perso la vita sul lavoro stanno organizzando un’ora si sciopero per la settimana prossima con la manifestazione a Trento.

La caduta

Sull’esatta ricostruzione di quanto successo ieri mattina a Molina di Fiemme, sono al lavoro i carabinieri della Compagnia di Cavalese. Intervenuti nell’immediatezza dei fatti (mancavano pochi minuti alle 11 quando è stato dato l’allarme) assieme ai sanitari di Trentino Emergenza e ai vigili del fuoco di Castello e Molina di Fiemme. Si è tentato di tutto per salvare la vita dell’uomo e i suoi colleghi gli hanno prestato un primo aiuto, ma non c’era nulla da fare. Il cuore di Neculai aveva smesso di battere per sempre, e al medico non è rimasto altro da fare che dichiarare il decesso dell’operaio.

Ma cosa è successo? Come detto gli accertamenti sono ancora in corso. Sono stati sentiti gli operai presenti nel cantiere aperto lo scorso febbraio, ma ci sono ancora dei tasselli che devono trovare il loro posto. E quindi al momento la ricostruzione è parziale e con i necessari condizionali. Minac era arrivato al cantiere di Molina ieri mattina assieme ai colleghi assieme a delle travi prefabbricate in cemento che dovevano essere issate sul tetto per darne la forma. Minac era in alto, sull’impalcatura, ad una decina di metri dal suolo. Non è ancora chiaro se l’uomo sia stato urtato dalla trave o se fosse appoggiato alla stessa. Ma la trava avrebbe ceduto (forse per un cavo tranciato). La conseguenza? La trave è caduta e, purtroppo, è precipitato a terra anche Neculai. E l’uomo è diventata la 12esima vittima sul lavoro dall’inizio dell’anno in Trentino.

L’allarme

I colleghi hanno chiamato immediatamente il 112, il numero della centrale unica dell’emergenza e hanno cercato di prestare soccorso all’uomo per terra. È stato fatto il possibile e l’impossibile per salvare la vita al 63enne ma la caduto ha avuto conseguenze fatali per l’uomo che aveva lasciato da tempo la Romania per costruirsi la vita a Fidenza, in provincia di Parma. Una vita che passava anche per questo lavoro che tanto amava e che lo ha strappato alla vita. Nel cantiere del futuro pastificio Felicetti (l’area nella quale è avvenuto il tragico infortunio è stata messa sotto sequestro) sono intervenuti anche gli esperti dell’Uopsal per verificare il rispetto delle norme in materia di sicurezza sul posto del lavoro.

La rabbia dei sindacati

«La morte dell’operaio è la tragica dimostrazione che siamo di fronte ad una vera e propria strage. Di lavoro non si deve morire». Lo dicono i tre segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino, Ianeselli, Bezzi e Alotti che esprimono solidarietà e vicinanza ai familiari della vittima e ribadiscono la necessità che anche in Trentino si parli di sicurezza sul lavoro come una vera emergenza. «Non possiamo limitarci alle parole di circostanza. Quanto sta accadendo sul nostro territorio impone a tutti, sindacati, imprese e istituzioni di affrontare la situazione con azioni straordinarie per garantire il diritto alla sicurezza sul lavoro. Se si continua a morire non si sta facendo ancora tutto il possibile».

Lo sciopero

Una preoccupazione che è risuonata forte anche ieri durante l’assemblea provinciale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza di Cgil Cisl Uil. «Dagli Rls è arrivato un vero e proprio grido d’allarme e la forte preoccupazione per una situazione, che in alcuni contesti, è assolutamente insostenibile – insistono i tre segretari -. Per questa ragione siamo pronti a mobilitare tutti i lavoratori e le lavoratrici con un'ora di sciopero in tutta la Provincia la settimana prossima e manifestazione a Trento».

La cultura della sicurezza

«Il tragico episodio richiama ancora una volta l'attenzione sulla sicurezza sul lavoro. È infatti sempre più imprescindibile garantire a tutti condizioni di lavoro, sicure ma per farlo dobbiamo impegnarci in modo trasversale coinvolgendo i diversi soggetti del territorio. È necessario lavorare poi, ancora di più, nel diffondere una cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro». Così l'assessora provinciale alla salute, Stefania Segnana. «Ora gli infortuni mortali dall'inizio del 2019 - ha spiegato l’assessore - sono il doppio dello scorso anno. Dobbiamo mettere in campo tutte le risorse possibili per fermare questa situazione preoccupante». Anche in nome di chi ha perso la vita per il lavoro.













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