Povo, via Madonnina contro il pub “Open”: «Ci rovina la vita»

La lunga battaglia dei residenti della zona, ormai esausti: «Chiasso e sporcizia. E fino alle 3 di notte non si dorme»


di Luca Pianesi


POVO. «La mattina quando usciamo di casa troviamo vomito e pipì in strada, mentre la notte non dormiamo e ci sentiamo ostaggi degli ubriaconi che frequentano il bar. Una sera mi hanno anche lanciato un bicchiere di birra contro la finestra».

A raccontarlo è Elisa Defant, promotrice della petizione degli abitanti di via Madonnina, a Povo, che, da anni, chiedono all’amministrazione di risolvere i loro problemi legati alla presenza del Bar “Open”: «Il locale apre dalle 11.30 di mattina alle 3 di notte – spiega Elisa – tutti i giorni della settimana. E’ frequentato da una quarantina di personaggi che ogni sera si ubriacano, fanno schiamazzi, urlano e tengono sveglio l’intero vicinato. Tutte le notti urinano sulle facciate delle case, vomitano lungo la via e in varie occasioni è capitato di trovare alcuni di loro appartati nei giardini delle abitazioni circostanti in atteggiamenti, diciamo “licenziosi”. Abbiamo provato a chiedere agli esercenti del locale di pulire almeno gli spazi comuni e di tenere a bada i loro clienti - prosegue Elisa - ma non abbiamo mai avuto i collaborazione. E così il porfido che pavimenta via Madonnina, messo nuovo in ottobre quando la strada è stata rifatta, è già stato rovinato irrimediabilmente con un danno, anche economico, per la comunità. E poi ci sono stati episodi di minacce e intimidazioni: una sera, mentre rientravo a casa – prosegue Elisa – uno di questi soggetti mi ha lanciato contro i suoi due cani privi di museruola, e mi ha gridato di stare alla larga e di andare via. Mentre un uomo di chiesa, don Ludovico Maule, che abitava proprio sopra il locale, ha preferito vendere l’appartamento e spostarsi a vivere in città esasperato dagli schiamazzi e dalla scarsa sicurezza della zona».

Gli abitanti del quartiere si sono più volte rivolti alle forze dell'ordine chiedendo l’intervento dei vigili, «ma – aggiunge la Defant - non abbiamo praticamente mai avuto assistenza».

E dire che nel 2010 era intervenuta anche una sentenza del Tribunale di Trento che dava ragione ai residenti e che aveva provocato la chiusura del locale per certo periodo di tempo. «Si certifica – si legge nella sentenza – che i gestori, nella loro qualità di legali rappresentanti del Bar “Open disturbavano le occupazioni ed il riposo dei propri vicini. In particolare (…) sistematicamente omettevano di impedire le grida e gli schiamazzi degli avventori; omettevano di asportare tracce di vomito o di urina, mozziconi di sigarette, cocci di vetro, preservativi, ecc., lasciati dalla clientela».

«Cambiando la gestione – conclude Elisa - il bar è stato riaperto, i disagi sono ricominciati e al danno si è aggiunta la beffa: incredibilmente il Comune gli ha concesso di prolungare l’apertura oltre l’1 di notte, arrivando addirittura fino alle 3 di mattina. La situazione sta diventando davvero insostenibile e, a questo punto, non sappiamo più a chi rivolgerci per poter ritrovare un po’ di tranquillità».

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