Piante abbattute, «persi» 9 anni 

Sessione forestale in Val di Fiemme: la stima del danno subito dal patrimonio boschivo a causa del vento 


di Luciano Chinetti


CAVALESE. La sessione forestale si è tenuta venerdì scorso nella sala consiliare a Cavalese ha riguardato quasi esclusivamente i problemi causati al bosco dall’evento calamitoso della fine di ottobre. Alla sessione forestale, oltre al sindaco di Cavalese Silvano Welponer hanno preso parte anche il dottor Martinello, le guardie forestali Gabriele Demattio, Ivano Defrancesco l’Ispettore forestale Maurizio Poli (che ha relazionato sulla fauna) , l’assessore comunale Pina Vanzo e i consiglieri comunali Piero Delladio, Giuseppe Pontrelli e Luca Vanzo oltre ad alcuni allevatori. Ma è toccato al direttore del Distretto forestale di Fiemme Bruno Crosignani illustrare nei dettagli l’ammontare dei danni causati dal vento e l’impegno del Distretto forestale in accordo con i comuni e con la Magnifica per il recupero del legname.

Complessivamente in valle di Fiemme sono stati abbattuti dal vento che ha soffiato ad una velocità di 150 Km/h con punte di 200 al passo di Lavazè qualcosa come 1 milione 251 mila metri cubi di legname, di cui ben 374 mila metri cubi di proprietà della Magnifica Comunità. Il comune maggiormente colpito è stato quello di Predazzo (primo fra tutti i comuni del Trentino) che ha fatto registrare un abbattimento di 240 mila metri cubi, seguito poi nella classifica da quello di Strigno in Valsugana. Nel comune di Cavalese invece sono stati abbattuti 35 mila metri cubi. Dai calcoli effettuati dai tecnici, come ha ricordato il direttore del Distretto foreste di Fiemme Bruno Crosignani, sono stati di fatto azzerati ben 9 anni di ripresa del bosco. La priorità ora è quella di recuperare nel più breve tempo possibile, entro tre anni il legname a terra per impedire il deterioramento ad opera dei parassiti.

Il dottor Crosignani ha sottolineato l’impegno della Giunta provinciale che proprio venerdì ha approvato il Piano di azione per la gestione degli interventi di esbosco e ricostituzione delle aree danneggiate con nuovi impianti. Il primo passo naturalmente resta quello della sistemazione della viabilità, strade di accesso e la creazione di piazzali per il deposito del legname. Gli interventi complessivi a livello provinciale per la rimozione del materiale legnoso sono stati quantificati in 21 milioni di euro. Sul territorio di Cavalese alcuni interventi di recupero del legname sono stati per altro iniziati nelle zone dove la viabilità lo consentiva. Ma il recupero si presenta particolarmente pericoloso nelle zone in cui le piante si sono aggrovigliate e l’attenzione dei boscaioli deve essere massima. Il dottor Crosignani rispondendo alle richieste del consigliere Pontrelli ha sottolineato che l’Ispettorato sarà particolarmente vigile nell’impedire la speculazione da parte di privati ed aziende per accaparrarsi a basso prezzo il materiale legnoso visto l’enorme quantità di legname oggi presente in valle.













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