Pesticidi, sì dei Comuni ai 30 metri di distanza

Ricci del Consiglio delle autonomie: «Le indicazioni inserite nella delibera potranno essere aumentate a discrezione delle singole amministrazioni»


di Luca Marognoli


TRENTO. Sì alla regolamentazione della Provincia in materia di fitofarmaci, lasciando la possibilità ai singoli Comuni di stabilire distanze più ampie; proventi delle sanzioni destinati in parte alla formazione degli organi di controllo; distanze da introdurre anche nel caso di prodotti non nocivi. Lo ha deciso ieri la giunta del Consiglio delle autonomie in attesa di confrontarsi, giovedì prossimo, con l’assemblea.

«Il primo punto che abbiamo condiviso - spiega il presidente, Paride Gianmoena - è che le linee guida proposte dalla Provincia abbiano un valore cogente. Vanno cioè considerate un minimo applicabile su tutto il territorio, ma si deve garantire l’autonomia dei Comuni, dando a ciascuno di essi la possibilità di aumentare la salvaguardia».

La sindaca di Croviana Laura Ricci è assessora all’ambiente del Consiglio delle autonomie e, di professione, consulente ambientale esperta in materia di sostenibilità. È stata lei a curare l'istruttoria: «La delibera - spiega - ha una derivazione comunitaria che riguarda le aree sensibili. La Provincia ha dimostrato la volontà di andare oltre il Pan, regolamentando le distanze dagli edifici privati, nella seconda scheda dell'allegato B. A noi questo sta bene: l'intenzione della giunta è di sottoporre all’assemblea la proposta di rafforzare il provvedimento, rendendolo attuativo e valido su tutto il territorio. Attualmente non è così: è competenza di ciascun Comune intervenire in materia regolamentare. Ma crediamo che la delibera della Provincia, redatta con l’ausilio di Azienda sanitaria e Servizio agricoltura, sia un buon lavoro. Perché in questo modo si vanno a individuare delle regole che sono comunque più stringenti rispetto a quelle della Provincia di Bolzano, mantenendo salva l'autonomia degli enti locali di andare oltre. Come? Con una norma attuativa che venga messa in finanziaria dalla Provincia».

Il secondo punto riguarda le sanzioni: «Vogliamo che rimangano nelle casse dei Comuni, sia che siano emesse dalla polizia municipale che dalla forestale o da qualsivoglia organo di controllo che agisce sul territorio, in modo da destinare una parte dei proventi alla formazione degli stessi organi».

C’è poi quello che Ricci chiama il «superamento dello zero»: «In presenza di barriere vegetali o strumenti antideriva l'operatore ad oggi può arrivare al confine. La giunta chiede che si introduca una distanza, anche quando si utilizzano prodotti non nocivi. Si tratta di una proposta che faremo alla Provincia e sulla quale ci confronteremo con le categorie».

Da più parti si insisteva perché i Comuni proponessero distanze maggiori... «Dobbiamo considerare anche il diritto della proprietà», argomenta Ricci. «I 10 metri presuppongono di avere già degli strumenti adeguati. Ma voglio sottolineare che questo provvedimento è parte di un tutto che va a migliorare la situazione precedente. Ci sono regole e sanzioni (stabilite dalla direttiva comunitaria) che sono pesantissime, fino a 20 mila euro, quindi gli agricoltori hanno tutto l'interesse a fare le cose per bene. Poi c’è l'obbligo della formazione di 20 ore per i patentini, che scatterà dal 25 novembre 2015. Inoltre ci sarà la revisione di tutte le attrezzature entro novembre 2016: un efficientamento che gioverà anche all'agricoltore. Il settore infine non è rimasto fermo: sono già stati tolti dalle categorie alcuni tra i principi attivi più tossici. Siamo solo all'inizio di un percorso».(l.m.)

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