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Per l’ordinazione di don Lauro 290 preti

Domenica a Trento la cerimonia per il nuovo vescovo: in piazza Duomo un maxischermo per chi non potrà entrare in chiesa


di Danilo Fenner


TRENTO. Se Roma ha due Papi, Trento ha due vescovi. È la prima volta che un arcivescovo «incorona» come suo successore un altro trentino (il suo ex vicario, per giunta): si dirà che è un record facile, dato che prima del Concilio Vaticano II un vescovo rimaneva in carica fino alla sua dipartita. Ma sempre prima volta è, e tanto basterà a far passare la giornata di domenica, agli annali storici.

Ieri la Diocesi ha presentato la «scaletta» dell'evento. Solo a snocciolare tutti i dettagli della complessa cerimonia, monsignor Giulio Viviani – che in passato ha gestito le liturgie e perfino la sicurezza di due Papi, Woityla e Ratzinger e che ieri era affiancato da don Mauro Angeli, segretario di Bressan, responsabile del comitato organizzatore dell'evento – ci ha messo quasi un'ora. Si comincerà alle 14, quando il non-ancora-vescovo Lauro Tisi sarà accolto nel giardino dell'Arcivescovado da un centinaio di giovani con canti e saluti. Ma quando si finirà? Ufficialmente verso le 18, ma su questo lo stesso monsignor Viviani ieri ha allargato le braccia: «Si finisce quando si finisce» ha detto. Nel senso che sarà una cosa lunga, ecco.

Un evento complesso, insomma. Che dal giardino dell'Arcivescovado si sposterà in cattedrale, presumibilmente stipata in ogni ordine e grado (tranquilli: in piazza Duomo ci saranno seicento sedie davanti a un maxischermo). Che vivrà anche di alcuni momenti fuori dal Duomo, sul sagrato e in piazza. E che infine potrà essere seguita in diretta su radio, tv e web, come diamo conto negli altri articoli di questa pagina.

Di qui la chiamata a raccolta di tante associazioni: i gruppi della pastorale giovanile, gli scout (impegnati anche nel servizio logistico), i cori parrocchiali, i tanti volontari per la pura manovalanza. «Il nuovo vescovo – ha spiegato don Mauro Angeli – è già molto conosciuto in tutto il Trentino. Ci è sembrato giusto dunque valorizzare il territorio coinvolgendo quante più realtà possibili, nell'organizzazione ma anche nella riflessione pre-evento sul senso della missione episcopale oggi: un tema spesso dimenticato nei dibattiti interni alla chiesa».

Alle 14.45 è previsto l'arrivo di don Tisi e dei «suoi» giovani davanti al Duomo. Qui il nuovo vescovo sarà salutato dal sindaco di Trento Alessandro Andreatta e dal presidente della Provincia Ugo Rossi. Gli toccherà anche dire, lui sempre notoriamente così schivo, le classiche due parole di circostanza. Entrerà in Duomo dalla «Porta della Misericordia», quella che si affaccia su piazza Duomo, accolto dal parroco don Andrea Decarli e dal decano dei Canonici.

Da «grandi occasioni» il numero di presuli presenti alla messa: 290 sacerdoti e ben 23 vescovi, di cui quindici dal solo Triveneto. Tra questi ultimi spiccano naturalmente il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia e il neo vescovo (non ancora insediato) di Belluno-Feltre Renato Marangoni, di cui don Lauro Tisi è molto amico, tanto che domenica 10 aprile gli scambierà il favore presenziando alla sua ordinazione. Cinque i vescovi trentini presenti, oltre a Bressan: Giancarlo Bregantini, Adriano Tomasi, Giuseppe Filippi, Guido Zendron, Mariano Manzana (assenti invece Sandri e Frasnelli).

La celebrazione – che sarà condotta da Bressan, affiancato dal patriarca di Venezia e dal vescovo di Bolzano, Ivo Muser – sarà scandita da molti momenti altamente simbolici e culminerà nel rito di ordinazione vero e proprio, con la lettura della Bolla papale e la recita rituale di nove domande che accertano la volontà del nuovo vescovo di servire la sua chiesa, con l'atto di prostrazione del nuovo vescovo sdraiato a faccia in giù davanti a Bressan, con il rito dell'imposizione delle mani da parte dei vescovi presenti, con l'unzione dell'olio e la consegna del Vangelo, dell'anello, della mitra e e del pastorale, e infine con la recita di una «preghiera di ordinazione» il cui testo risale addirittura al 250 dopo Cristo.

Al termine, il nuovo vescovo (ma siamo sicuri che continuerà a presentarsi come «don» Tisi) uscirà in piazza Duomo dove sarà allestito anche un palco. E qui gli toccherà l'ennesimo discorso della giornata, allietato però da un concerto degli allievi del Conservatorio di Trento e dal festoso e solenne «scampanò» della cattedrale, orchestrato da un gruppo di esperti campanari provenienti da tutto il Trentino.

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