Pd, la grande paura per la sfida nel capoluogo 

Verso le comunali. Il bilancio: «Trento è migliore rispetto a 10 anni fa, ora manca la mobilità» Ma dopo il voto in Umbria: «Grandi opere, grandi temi, ma la gente vuole marciapiedi e sicurezza»


Andrea Selva


Trento. Nel giorno della sconfitta elettorale in Umbria non basta per consolare il Pd il premio del Sole 24 Ore che indica Trento come la migliore città per la qualità ambientale: «A Trento abbiamo lavorato bene, ma il partito ha subito un sconfitta pesantissima e ora nulla è davvero è più scontato» ha detto ieri sera a Gardolo il sindaco Alessandro Andreatta inaugurando assieme agli assessori Maria Chiara Franzoia e Italo Gilmozzi (semplicemente uscenti o anche candidati?) il tour elettorale di bilancio del lavoro svolto e di ascolto dei cittadini in vista delle prossime elezioni comunali. A moderare il dibattito c’era Giulia Merlo (che smessi i panni di candidata alle suppletive era nelle vesti di “giornalista-amica”) pure lei con il risultato dell’Umbria (“lontana ma non troppo”) in cima alle preoccupazioni: «Un campanello d’allarme che non possiamo ignorare». E la segretaria Pd Lucia Maestri a rincarare la dose: «In Umbria è stato fatto un disastro, paghiamo la mala-amministrazione e i cittadini hanno punito chi non ha governato bene. Ma questo voto ci insegna anche che non si può mettere insieme una coalizione all’ultimo momento: i cittadini puniscono chi litiga». Vincenzo Calì esorta: «Basta liti sul nome del candidato, decidiamo un nome altrimenti perdiamo».

Il bilancio

Tornando al Trentino, dice il sindaco (e in coro gli assessori) che il Pd lascia una città migliore rispetto a dieci anni fa, considerato soprattutto che in mezzo c’è stata la crisi economica: «All’inizio potevamo contare su investimenti superiori ai 60 milioni che nel corso degli anni sono stati praticamente dimezzati». I tre grandi temi indicati dal sindaco uscente più che comunali sono mondiali: immigrazione, cambiamenti climatici e invecchiamento della popolazione. Ma la gente, quando vota per il sindaco, pensa più ai marciapiedi che allo scioglimento dei ghiacciai. E allora ecco l’elenco delle cose fatte: «Piedicastello, il parco di Melta, opere importanti anche se la gente - ha detto Andreatta - ormai dà tutto per scontato e dice che abbiamo fatto solo il nostro dovere». E Gilmozzi: «Vai nei quartieri a presentare interventi impegnativi e poi scoppia l’applauso quando una signora chiede che il vigile faccia la multa ai camion che parcheggiano sul marciapiede. Dobbiamo chiederci che cosa vuole davvero la gente». Risposta di Nicola Salvati che ha citato gli incontri ai gazebo: «La gente che incontriamo dice che non dorme la notte perché c’è chiasso e schiamazzi. E su questi temi i cittadini trovano altri partiti pronti a fare facili promesse».

Il nodo della mobilità

Per la città dei Festival (altro tema di cui si è parlato) tra le sfide del futuro ecco il collegamento con il Bondone, le Palafitte di San Bartolomeo, le aree in Destra Adige, il collegamento con la collina est (oltre Mesiano) ma soprattutto la mobilità: «È qui che dovevamo fare meglio e ci dobbiamo impegnare a fare meglio, in particolare nei collegamenti nord sud in una città che è lunga venti chilometri e larga due» ha detto il sindaco.

Immigrati

Tanti immigrati in città. «Sono quelli che la Provincia ha voluto per scelta precisa scaricare nel capoluogo con un sistema che non favorisce certo l’integrazione - ha ricordato l’assessora Franzoia - ma noi abbiamo organizzato al meglio l’accoglienza, mettendoci anche risorse aggiuntive».













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