Patt secondo copione:Marchiori 

Il congresso delle stelle alpine. Gli autonomisti a Pergine riempiono il teatro con 500 delegati ed eleggono il delfino di Franco Panizza «Ci serve tempo per capire dove andare, stiamo soli». Sul palco un talk-show tra i candidati condotto dall’ex assessore Michele Dallapiccola


Gianpaolo Tessari


Trento. In buona salute. Ma anche solo soletto. É il selfie che si è scattato ieri un Patt che ha sì riempito di delegati il teatro di Pergine (e che costituisce il terzo gruppo più folto in Provincia) ma che non ha trovato in platea nessun segretario di partito ad ascoltarlo. Solitario, per scelta beninteso, ma il congresso preconfezionato di ieri non poteva/doveva dare risposte su una collocazione politica che, assicurano a microfoni spenti i big delle due stelle alpine, avrà bisogno di una traversata del deserto di un paio di anni, almeno. Il Patt si compatta comunque attorno al neo segretario Simone Marchiori appena scalfito dalla presenza di un Carlo Pedergnana che dalle urne perginesi ha ottenuto un quarto dei voti del pupillo di Franco Panizza (150 a 50).

Ferita sanguinante

Ecco, se vogliamo il Patt da ieri è sembrato un po’ più distante dal centrodestra, non solo per la vittoria di Marchiori. Anche le immagini della zuffa in Provincia per il congresso voluto dall’assessore leghista MirkoBisesti hanno fatto la loro parte su un elettorato conservatore che, stando ai delegati ieri in sala porta i capelli bianchi. Ma, attenzione, se il centrodestra appare lontano dal Patt (tra l’altro la maggioranza che sostiene il governatore Fugatti non ha ad oggi bisogno degli autonomisti) il centrosinistra non è propriamente dietro l’angolo.

L’aver scaricato quest’estate l’allora presidente Rossi è ferita non rimarginata, che anzi sanguina a fiotti. E per Lucia Maestri, ed il suo Pd, presentarsi agli elettori già a maggio sottobraccio ai compagni di 5 anni di governo pare francamente utopistico: a meno che il Pd rinunci al simbolo e scelga un autonomista per le suppletive. Troppo.

Talk show con Dallapiccola

Il congresso? Molto ben organizzato, con le due stelle alpine che si confermano macchina da mobilitazione, soprattutto dalle periferie. Scenografia con vasetti di fiori sul palco ed dibattito asciutto. I consiglieri provinciali Ugo Rossi, Paola Demagri e Lorenzo Ossanna hanno scelto di non parlare. Uno, l’ex assessore al turismo Michele Dallapiccola, si è calato nelle vesti di presentatore. Quello andato in scena è stato un talk show ma Dallapiccola, Marchiori e Roberta Bergamo (in corsa solitaria per la vicesegreteria) hanno attinto da un copione con domande e risposte già scritte. Visto l’esito precotto si è cercato di far fare a tutti bella figura. Così Bergamo è partita citando Oscar Wilde ed ha finito con un Sant’Agostino. L’unico a non leggere è stato Carlo Pedergnana che ha osservato come lui possa parlare di lavoro perché al lavoro ci va ogni giorno. Per lui niente poltrone. Con l’applauso, come a scuola, si è votato anche Lorenzo Conci vicepresidente del sempreverde Franco Panizza.













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