Palermo: «Per la Ue illegittimo oltre i 5 anni» 

Il costituzionalista: «E anche per la generalità serve un requisito proporzionato e ragionevole»



TRENTO. Il costituzionalista Francesco Palermo, già senatore dal 2013 al 2018, distingue: «Un requisito superiore ai 5 anni per l’accesso alle prestazioni sociali, lo dicono le sentenze della Corte di giustizia, è certamente illegittimo secondo l’Unione europea, per i cittadini europei e per gli extracomunitari soggiornanti di lungo periodo. Negli altri casi c’è un’altra probabilità che la Corte si esprima per l’illegittimità, richiedendo un requisito proporzionato e ragionevole». «Per quanto riguarda chi invece è qui da meno tempo, si pone un problema di compatibilità rispetto al principio di uguaglianza. Per quanto la durata della residenza sia variabile a seconda della tipologia, bisognerebbe verificare quanto sia proporzionato e ragionevole. Per la giurisprudenza in materia della Consulta è plausibile che 10 anni siano eccessivi».

«Per una misura di questo genere - avverte Palermo - bisogna essere molto pronti a resistere in giudizio, e anche mettere nel conto i costi che potrebbero derivarne a livello sociale», avverte Palermo. Che cita le sentenze della Corte di giustizia europea, anche riguardo alla Provincia di Bolzano - con il caso Kamberaj sull’edilizia agevolata - che hanno stabilito l’illegittimità di periodi di residenza sproporzionata rispetto ai cittadini Ue ed equiparati, ovvero quelli soggiornanti di lungo periodi.

Quanto al nuovo reddito di cittadinanza, Palermo intravede maggiori margini di manovra «se la misura è inquadrata come strumento di politica attiva e non come prestazione sociale». (ch.be.)















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