Obiettivo vaccini: «Nessuno resti a casa» 

L’assessora Stefania Segnana studia una «via trentina». E sul Santa Chiara: «Dieci anni di ritardi per errori fatti da altri»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Da solo il suo assessorato «pesa» per oltre un quarto del bilancio della Provincia, più di un miliardo di euro. Un impegno da far tremare i polsi ma, per Stefania Segnana, emozioni ed incarichi ad altissimo livello nel giro di 9 mesi si sono susseguiti senza soluzione di continuità. La Lega l’ha portata in Parlamento a marzo e ad ottobre l’ha voluta assessora alla salute e alla famiglia nella prima giunta di centrodestra della storia del Trentino. Segnana ha la possibilità di confrontarsi con il governatore Maurizio Fugatti, già sottosegretario con le medesime competenze nell’attuale governo, visto che si trova a dover prendere decisioni su scelte future ma anche legate a doppio filo con quanto si è fatto (o non fatto) nel passato.

Assessora Segnana, partiamo dal Santa Chiara: l’ospedale di riferimento è un pozzo senza fondo che «chiama» continue risorse per la manutenzione.

«E’ evidente che il Santa Chiara è ormai un ospedale vetusto, che necessita di continue manutenzioni, con spazi ristretti, e quindi una gestione difficile. I costi per mantenerlo sono elevati, ma necessari in attesa della realizzazione del nuovo ospedale, che come noto verrà realizzato con un ritardo di 10 anni».

Che non sono pochi.

«Infatti. Ed un ritardo che, ovviamente, causa un notevole dispendio di risorse pubbliche. Tutto questo è motivato da errori e ritardi legati a vicende giudiziarie connesse con i bandi di gara. L’attuale giunta dunque si trova ad ereditare un progetto non suo e tanto meno condiviso politicamente. Ma che, per senso di responsabilità, non può certamente bloccare».

Voi siete decisi a ripristinare le guardie mediche. Un modo per ridare fiato alle periferie, ma la coperta è corta.

«Ma parliamo però di uno dei punti principali del nostro programma di governo: proprio quello di ripristinare le guardie mediche nei territori dove nella scorsa legislatura sono state chiuse. E’ un impegno che ci siamo presi con gli elettori. La logica è quella di garantire un servizio di assistenza sanitaria continuativo anche nelle periferie».

Occorre trovare professionisti che lo facciano.

«Certo, è non è semplice tenendo sempre conto della difficoltà nel reperire i medici. A tal proposito stiamo incontrando i sindaci dei comuni interessati per verificare le criticità e cercare di risolverle, individuando, insieme all'Azienda sanitaria i percorsi più idonei da attivare».

Avete lavorato per riaprire subito il punto nascita di Cavalese.

«Sì, un primo importante risultato ottenuto da questa amministrazione è stata la riapertura del punto nascita di Cavalese. Lo abbiamo a ottenuto grazie al lavoro svolto nei mesi precedenti dall’Azienda aanitaria, dal Percorso nascite nazionale e dal sottosegretario alla sanità Maurizio Fugatti».

A pochi giorni dalla riapertura sono nati 4 bambini...

«Ed è stata una grande emozione ricevere il grazie dei genitori per aver riportato in valle un servizio così importante. Il nostro impegno è quello di garantire a tutte le mamme trentine, a prescindere da dove vivono, la possibilità di partorire in totale sicurezza».

In tema di bimbi. Lei ha ereditato la patata bollente sull’obbligo di vaccinare chi va a scuola.

«La legge nazionale sui vaccini, proposta dal ministro Lorenzin (che come Lega non abbiamo condiviso in toto) pone il divieto di frequenza scolastica ai bambini non vaccinati, fatto che pure noi non condividiamo. L’attuale ministero alla Sanità, Giulia Grillo, M5s, sta elaborando un nuovo disegno di legge che rivedrà le disposizioni attuali. In questi giorni stiamo facendo valutazioni al riguardo, ragionando su quali iniziative intraprendere in attesa delle annunciate modifiche annunciate da Roma».

Torniamo per un attimo alle periferie: che tipo di servizi dovranno garantire gli ospedali periferici secondo voi?

«Abbiamo la fortuna di avere delle eccellenze all'interno del sistema provinciale sanitario. Dei primari con equipe di altissimo livello che hanno bisogno di spazi per poter esercitare e migliorare. Da qui nasce il bisogno di rivedere la dislocazione di alcuni reparti. Con l’Azienda sanitaria stiamo valutando la possibilità di potenziare e distribuire sugli ospedali periferici alcuni servizi, in modo da poter garantire il mantenimento di un livello assistenziale di qualità su tutto il territorio provinciale. E a questo proposito...».

Dica pure.

«A breve vi sarà l’inaugurazione della Nuova Casa Hospice a Mezzolombardo, una struttura all’avanguardia. Il nostro impegno è quello di offrire ai trentini un servizio sanitario di livello, a prescindere da dove risiedano. Non è semplice, ovviamente bisogna fare i conti con le risorse a disposizione, ma pensiamo che in passato si siano fatte scelte sbagliate, che hanno prodotto risparmi minimi e notevoli disagi».













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