«Non volevo uccidere, ma solo rubare» 

È la verità della ventenne fermata con l’accusa di tentato omicidio e sequestro di persona per l’aggressione a Carloni



TRENTO. «Non volevo ucciderlo, ma solo rubargli l’orologio». Dal carcere di Trento, la ventenne italiana accusata di tentato omicidio e sequestro di persona per l’aggressione ad Emilio Carloni, 83enne pensionato di Trento, ha ribadito la sua verità, nel corso dell’interrogatorio di garanzia in sede di udienza di convalida del fermo, convalidato dal Gip. Interrogato anche il compagno 23 enne, italiano, con la medesima accusa. Si cerca un’altra coppia, complice dell’aggressione avvenuta la sera del 15 settembre. Indagano i carabinieri del Nucleo Investigativo e del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Trento. Erano in quattro quando, alle 22, nella sua casa di via Torre Vanga, l’anziano fu picchiato, gli fu spruzzato addosso spray al peperoncino, venne imbavagliato con nastro isolante. La coppia, la ventenne e il ragazzo di 23, è stata fermata sabato; altri due, un uomo e una donna, sono fuggiti dopo l’aggressione. La Procura ha chiesto un’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, la difesa della giovane, l’avvocato Lorenzo Eccher, ha chiesto gli arresti domiciliari. Il dottor La Ganga si è riservato. Confermata la linea di piena collaborazione e quanto già detto sabato, da parte della ragazza. Non c’era volontà di uccidere e arrecare lesioni gravi al signor Carloni, ma di rubare un orologio, un Omega di circa 50 mila euro, di cui Carloni, secondo la giovane, aveva vantato il possesso in più occasioni. Secondo la ragazza, lei e Carloni si sarebbero conosciuti in due precedenti occasioni. Quella sera le due donne pensavano che fosse facile farsi aprire la porta dall’anziano. Mentre una lo distraeva, l’altra avrebbe aperto la porta ai due complici, i due uomini. Andò così, solo che Carloni se ne accorse e i due malviventi reagirono. Nastro adesivo e spray lo avevano in auto. Non è emerso, ieri, chi abbia legato l’anziano. La scatola dell’orologio fu rubata, dentro era vuota. Tentato omicidio e sequestro di persona, ma la difesa non crede che ci siano gli elementi per sostenerla. «L’idea era quella di porre in essere un furto- dice Eccher- Risponderemo delle lesioni. Ipotizzare il tentato omicidio mi sembra una forzatura. La mia assistita è dispiaciuta del fatto, non aveva nessuna intenzione di uccidere né tanto meno recare gravi lesioni al signor Carloni. C’era solo l’idea di sottrarre l’orologio». Stessa difesa per il 23 enne assistito dall’avvocato Filippo Fedrizzi.(f.q.)















Scuola & Ricerca

In primo piano