«Non abbiamo pianeti di riserva» 

Slogan e coreografie. Tanti colori e fantasia per lanciare l’appello a favore dell’ambiente nel modo più efficace lungo le vie della città Una manifestazione preparata con grande anticipo con centinaia di cartelli dedicati agli effetti del riscaldamento sulla Terra



trento. Non è stata una manifestazione improvvisata: slogan, appelli e tanti disegni e colori per lanciare meglio l’appello contro i cambiamenti climatici. Si è vista tanta creatività e fantasia ieri nell’immenso corteo che ha invaso la città. Compreso un Donald Trump (sui trampoli) che ha duellato con la morte (sui trampoli pure lei) lungo le vie della città. Con una colonna sonora - diffusa dal camioncino che apriva la sfilata - che passava dai rap più recenti alle note dei Pink Floyd (The wall).

Nella provincia che ha investito nel trilinguismo, molti manifesti erano in inglese. E per quanto riguarda le scolaresche era evidente lo sforzo degli insegnanti in vista della manifestazione di ieri mattina. Tra gli slogan ce n’erano alcuni piuttosto arditi, esibiti da ragazze che invitavano a darsi da fare (a letto) ma di lasciare stare il pianeta.

E ancora: «Siamo riusciti ad andare sulla Luna, perché vogliamo distruggere la Terra?». E appelli a favore degli orsi bianchi, disegnati (come li abbiamo visti davvero) su iceberg in precario equilibrio sulle acque dell’Artico: «Prendiamoci cura di loro». Tra gli slogan più frequenti, quello dedicato al rispetto del nostro pianeta: «Rispettiamo la Terra, perché non abbiamo un pianeta di riserva». E poi quelli dedicati alla neve: «Vorrei che la vedessero anche i miei figli».













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