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Mtb, 15 sentieri vietati: appassionati in rivolta

L’elenco dei tracciati proibiti alle due ruote pubblicato dalla rivista tedesca Bike L’Unione Bikers su Facebook: «Questa è una bomba sul Garda Trentino»


di Leonardo Omezzolli


ALTO GARDA. Un fulmine a ciel sereno per gli amanti delle moutain bike. Un corposo numero di sentieri fino a pochi giorni fa battuti da sportivi locali e stranieri potrebbero essere vietati alle due ruote. Una notizia denunciata da Union Bikers Trentini che ne è venuta a conoscenza attraverso la rivista tedesca Bike Magazine che sul sito bike-magazine.de riporta nel dettaglio i tracciati non più percorribili con le Mtb. A creare ancor più stupore la partnership tra la rivista e Ingarda, dal cui direttivo, a detta di Ubt, era stata annunciata tutt’altra campagna ben lontana dall’apporre divieti. Il titolo dell’articolo non lascia spazio ai dubbi «Gardasee: Alle erlaubten Trails in der Übersichtskarte (Lago di Garda: Tutti i tracciati permessi inseriti sulla cartina)».

Si illustra come a seguito della nuova legge provinciale sull’accesso ai sentieri ne siano stati identificati alcuni da vietare alle mountainbike. «Una bomba sul Garda Trentino - si legge sul profilo ufficiale Ubt - Esce su Bike Magazine la cartina aggiornata con i trails vietati alle bici. Noi - continuano - non ci siamo mai sbagliati, purtroppo sono confermati i divieti sui seguenti tracciati.» La lista non è certo ridotta e riguarda principalmente 15 sentieri (422B, 456, sentiero Gola, The Flow, S. Giovanni, 408, singletrails alle Marocche, il Sentiero della Maestra, Bosco Caproni, 666B, 668, 669, 637, il Sentiero della Pace e Monte Brione. «Visto che ci hanno accusato di fare "terrorismo mediatico" - commenta Ubt - cosa ci diranno adesso che a scriverlo è stato Uli Stanciu consulente di Ingarda e persona indiscutibilmente seria e corretta?».

Un attacco che viene indirizzato anche all’assessore provinciale al turismo, Michele Dallapiccola accusato da Ubt di essere «buon venditore di fumo», portando a esempio un suo tweet datato 4 dicembre 2015 in cui l’assessore annunciava, sul numero di gennaio ’16 di Bike Magazine, nuovi sentieri Mtb liberi. «Ingarda ha la grossa responsabilità, direi la colpa, di questo grave danno d'immagine al territorio - dichiara Carlo Argentieri sentito per conto di GardaOnBike e Ubt - Speriamo che rimanga solo un danno d'immagine e non diventi anche economico. È stata Ingarda - continua - a passare al Magazine le informazioni e la cartina con i sentieri che si vogliono vietare, ma ad oggi non esiste alcun divieto, c'è soltanto la pretesa della Sat di chiuderne alcuni alle bici.»

Per Argentieri non c'era nessuna urgenza di girare al più grosso magazine europeo informazioni sbagliate, infondate e nocive. «È incomprensibile come un ente di promozione turistica così importante possa commettere degli autogoal tanto clamorosi. A questo punto viene il sospetto - ribadisce Argentieri - che sta a cuore anche ai manager di Ingarda la chiusura di questi sentieri.» Argentieri ricorda il rispetto del protocollo firmato da Ingarda stessa con Bgt, referente ufficiale per la tutela del patrimonio sentieristico.

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